ROMA - La nomina di Domenico Siniscalco a ministro dell'Economia apre adesso il toto candidati a ricoprire la carica di Direttore generale del Tesoro in una sorta di balletto delle poltrone avviato con l'uscita di Giulio Tremonti da Via XX Settembre.
Carica ambita, tecnica per eccellenza, ma anche politica, per il nodo di interessi che si trova a gestire, dalle privatizzazioni all'andamento più generale della finanza pubblica, la direzione generale non potrà restare vacante a lungo nella fase che precede la definizione del Dpef e della finanziaria 2005. In attesa della nomina, le prime indiscrezioni si limitano ad individuare le successioni più "naturali" e interne al Ministero. Anche se certamente non si possono escludere arrivi dall'esterno, come è stato proprio con Siniscalco al ministero dopo la lunga esperienza di Mario Draghi.
Secondo alcuni osservatori la poltrona potrebbe essere affidata a Vittorio Grilli, che però lascerebbe a sua volta vacante il posto di ragioniere generale dello Stato. Una nomina per privilegiare i rapporti e le conoscenze internazionali potrebbe invece essere quella di Lorenzo Bini Smaghi, negli ultimi anni responsabile del Dipartimento per i rapporti finanziari internazionali e presente ai vertici del G7 e del Fmi accanto a Tremonti e Siniscalco. Bini Smaghi può contare inoltre su altri asset: l'esperienza in Banca d'Italia e a Francoforte durante la creazione della moneta unica.
Sempre scegliendo tra i responsabili dei dipartimenti, sono da considerare anche i nomi di Roberto Ulissi e Dario Scannapieco. Il primo è tra i massimi esperti legali del ministero e responsabile del servizio sul sistema bancario e finanziario; il secondo, come capo del dipartimento finanza e privatizzazioni, potrebbe essere scelto proprio in vista di operazioni di mercato e per l'apertura di eventuali dossier sulle partecipazioni pubbliche. Attività queste ultime del resto a cui da sempre è stato legato lo stesso neo ministro dell'Economia.
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