NASSIRIYA - Tre giorni fa una bambina irachena è saltata su una mina, una «cluster bomb» risalente alla prima guerra del Golfo: oggi gli artificieri del 3/o reggimento Genio guastatori di Udine sono intervenuti in questa area sperduta, ad una ottantina di chilometri da Nassiriya, per bonificarla dagli ordigni inesplosi.
All'operazione ha partecipato anche Bali, un pastore tedesco anti-esplosivo, che fa parte del nucleo cinofilo del contingente italiano. «Anche per i cani il vero problema è il caldo», spiega uno degli istruttori, il maresciallo Andrea Lombardi. «Il loro unico strumento è l'olfatto. E quindi: naso aperto e bocca chiusa. Ma sopra i 40 gradi è impossibile lavorare in apnea. Per questo li facciamo uscire solo la mattina, di buon'ora, oppure la sera».
L'area bonificata dai militari italiani è di circa 400 metri per 200. L'hanno segnalata gli stessi abitanti del posto. Per terra sono disseminate almeno una cinquantina di bombe a grappolo, del tipo di quelle usate dagli americani nel '91. Sono tutte ovviamente in cattivo stato «ma può bastare un piccolo urto - spiega il maresciallo capo Mariano Martone - per farle esplodere». Quello che deve essere successo alla bambina di un villaggio vicino, che con queste bombe ha convissuto per 13 anni. «Una percentuale variabile dal 10 al 20% delle 'cluster bomb' sganciate dagli aerei non esplode», racconta un altro esperto del Genio, il maresciallo capo Francesco Capozzio. «A questo punto - continua - diventano delle mine a tutti gli effetti: basta passarci sopra, una botta, una piccola pressione. Per questo sono ordigni molto pericolosi».
Dopo aver delimitato l'area e sistemato l'esplosivo sulle cluster da distruggere, alcune delle quali sono state collegate in serie tra loro, gli artificieri si allontanano e procedono al brillamento: sette-otto esplosioni e la zona adesso è pulita.
Bali, il pastore tedesco, guarda la scena sdraiato all'ombra di un camion. Accanto, come sempre, il suo conduttore, il geniere Alessandro Furno. I due sono inseparabili, in Italia e anche all'estero: Kosovo, e ora Iraq. Il maresciallo Lombardi, l'istruttore, che è un riservista, si tiene in disparte: «Non mi intrometto. Il rapporto è tra loro due, è molto personale. Al massimo posso dare qualche consiglio».
Alcuni artificieri Usa che collaborano alla bonifica, invidiano ai militari italiani dei cani come Bali. «Un cane di tre anni, con questo livello di addestramento - spiega Lombardi - vale sul mercato 40.000 dollari circa. Le organizzazioni non governative che si occupano di bonifica umanitaria lo acquisterebbero anche domani, per poi farsi pagare 15.000 dollari per ogni mese di sminamento».
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