ROMA - Tre ore di confronto serrato servito più per esporre le proprie posizioni sui diversi temi che per trovare una «sintesi» in grado compattare la maggioranza su un programma unitario.
Un primo vertice della maggioranza sull'economia si è tenuto stamattina al Tesoro presenti le diverse delegazioni della maggioranza: il sottosegretario Vegas e l'economista Brunetta per Forza Italia; i sottosegretari all'Economia Molgora e alle Politiche Agricole Dozzo per la Lega; i ministri Gasparri, Alemanno e il vice ministro Baldassarri per An; i parlamentari Peretti e Tarolli, con il sottosegretario al Tesoro Magri per l'Udc. I presenti si sono dati di nuovo appuntamento alle 15 del pomeriggio, prima dell'incontro delle 18 al quale è prevista anche la partecipazione del premier Silvio Berlusconi.
All'incontro l'Udc ha ribadito l'esigenza che la riforma fiscale debba essere subordinata al rispetto dei conti pubblici, indicando nel Dpef anche il deficit tendenziale del 2005. Ma i centristi avrebbero soprattutto avanzato un diverso timing per la riforma fiscale, proponendo di procedere prima (nel 2005) con l'Irap e poi (nel 2006) con la riduzione dell'Irpef. Per l'Udc gli sconti Irap dovrebbero essere selettivi, finalizzati a dare la spinta all'economia: andrebbero così favorite le imprese che investono nella ricerca, che puntano ad un accorpamento aziendale, che puntano sui mercati internazionali.
La tasse sono un punto sul quale i diversi partiti sono ancora divisi. Forza Italia punterebbe a portare avanti la riduzione fiscale, attribuendo più risorse al calo dell'Irpef, mentre An lavorerebbe ad una ripartizione dei risparmi di spesa per abbattere, da una parte Irap (il 30% delle risorse) e dall'Irpef (il 70%). La Lega, con il sottosegretario Molgora, ha invece proposto l'introduzione di una franchigia fissa sul costo del lavoro utilizzato nella base imponibile Irap. In questo modo si favorirebbero le imprese medio-piccole evitando invece il meccanismo di 'scontò del 20% del costo del lavoro, che sarebbe ora sul tavolo e che ovviamente favorirebbe le grandi imprese. Dalla Lega anche la richiesta di rimodulare la no tax area Irpef tenendo conto delle diversità regionali (o addirittura provinciali) del costo della vita, applicando così l'esenzione Irpef a seconda della diversa soglia di povertà registrata localmente.
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