BAGHDAD - Esteso di altre 48 ore l'ultimatum sull'ostaggio filippino in Iraq. I rapitori hanno concesso al governo di Manila altri due giorni di tempo per ritirare il contingente inviato in Iraq prima di uccidere Angelo de la Cruz, il camionista sequestrato la scorsa settimana.
Ieri era scaduto nel più assoluto silenzio l'ultimatum di 24 ore. Il governo di Manila aveva respinto la richiesta di anticipare il ritiro delle sue truppe (51 soldati in tutto) prima della scadenza già fissata del 20 agosto.
Gli estremisti islamici avevano invece preteso che entro le 23 ora di Baghdad (le 21 in Italia) le Filippine avessero dovuto dichiarare l'inizio del ripiegamento, in caso contrario l'ostaggio sarebbe stato ucciso. Nell'imminenza dello scadere dell'ultimatum non si è avuta alcuna reazione.
Nessuna notizia neppure dell'egiziano rapito all'inizio della settimana (ma si starebbe negoziando per il pagamento di un riscatto), né dei camionisti bulgari Georgy Lazov e Ivailo Kepov, nelle mani del terrorista giordano Abu Musab al-Zarqawi: fonti del governo di Sofia si sono limitate ad affermare di «avere elementi per ritenere che i due nostri concittadini siano ancora vivi» nonostante l'ultimatum dei sequestratori sia scaduto ormai da quasi tre giorni.
Lo stesso Al Zarqawi è tornato a farsi vivo oggi con un messaggio diffuso via internet con il quale rivendica la responsabilità dell'attacco compiuto nei giorni scorsi contro una base militare a Samarra, 120 chilometri a nord di Baghdad, nel quale rimasero uccisi 5 marines.
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