BAGHDAD - Due razzi esplosi da guerriglieri hanno colpito questa mattina la sede a Baghdad del partito del premier Yiad Allawi: l'attentato, avvenuto poco dopo le 9.00 (ora locale, le 7.00 in Italia) ha provocato almeno due feriti. La sede del partito, il Movimento dell'accordo nazionale, si trova nel quartiere Al Zaitum, alle spalle della cosiddetta 'zona verde'. Subito dopo le due esplosioni si è vista alzare una colonna di fumo.
L'attentato di oggi (il primo diretto contro il premier da quando lo scorso 28 giugno ha assunto la guida del governo ad interim) giunge a poche ora dal suo annuncio di aver già fornito informazioni di intelligence alle forze della coalizione internazionale e di voler continuare a collaborare per colpire il terrorista giordano Abu Mussab al-Zarqawi, considerato uomo di Al Qaida e accusato di essere responsabile dei più gravi attentati avvenuti in Iraq.
Il primo ministro Allawi sarà a Bruxelles lunedì in occasione della riunione dei ministri degli esteri dell'Unione europea. Lo riferiscono fonti comunitarie, secondo le quali il leader iracheno è stato invitato dalla presidenza di turno olandese dell'Ue.
Una bomba è esplosa questa mattina nella città di Mossul, nell'Iraq nord occidentale, provocando la morte di un agente della polizia irachena e il ferimento di altre sette persone. L'esplosione, secondo le prime informazioni diffuse dalla polizia locale, è avvenuta nella parte orientale della città.
Elicotteri americani hanno lanciato due razzi contro un edificio nel centro di Baghdad durante l'operazione di rastrellamento in corso da questa mattina. Lo hanno detto testimoni oculari. Secondo la polizia della capitale finora due poliziotti sono morti e sette sono rimasti feriti. Una delle vittime è stata provocata da due colpi di mortaio che hanno colpito il comando della polizia nella stessa zona delle operazioni.
Le autorità di polizia hanno catturato in Iraq 29 terroristi arabi stranieri responsabili di attentati: lo ha detto il ministro della giustizia ad interim Malik Dohan Alhassan. «Dicevano di essere venuti in Iraq per salvare il nostro popolo - ha commentato il ministro nel corso di una conferenza stampa - ma in realtà sono entrati nel nostro paese solo per uccidere gente innocente». Alhassan si è rifiutato di consegnare ai giornalisti la lista con i nomi degli arrestati che aveva in mano.
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