NASSIRIYA - Uscendo dalla chiesa - un grande tendone non abbastanza condizionato per tutta la gente che c'era - Angela piange. A tentare di consolarla - ma anche lei ha le lacrime agli occhi - Margherita, un'altra soldatessa del contingente italiano in Iraq. Hanno perso un collega, un amico, che molti, qui a Nassiriya, conoscevano da un mucchio di tempo. Tenendosi abbracciate escono dalla tenda dove la messa funebre per Antonio Tarantino, il caporalmaggiore morto ieri in un incidente stradale, si è appena conclusa e dove è cominciata la veglia. La bara è avvolta nel tricolore. Sopra un cuscino arancione, il colore dell'Arma di Cavalleria, di cui Tarantino faceva parte: caporalmaggiore in servizio al Reparto Comando e supporti tattici della Brigata Pozzuolo del Friuli. Poi una sciarpa, sembra della squadra del Lecce, e il suo basco.
Gli amici e colleghi di Antonio lo veglieranno tutta la notte. Domani mattina il feretro partirà per l'Italia.
Commozione e lacrime anche durante la messa, alla quale hanno partecipato gli uomini e le donne di tutti i reparti del contingente: dai lagunari ai carabinieri, dalle crocerossine ai carabinieri, dagli uomini dell'Aeronautica a quelli della Marina. C'erano i militari rumeni e quelli portoghesi, che sono inquadrati nel contingente italiano, ma soprattutto c'erano i suoi amici della Brigata Pozzuolo del Friuli, con in testa il generale Corrado Dalzini, che ne è il comandante. Presente anche il generale Francesco Spagnuolo, proveniente da Bassora, l'ufficiale responsabile dell'intera missione italiana in Iraq, ed un funzionario dell'ambasciata.
Don Mauro Amato, il cappellano, ricorda che saranno «beati quelli che operano nella pace» ed invita tutti a «ricordare Antonio con le opere, continuando nello sforzo quotidiano a fare del bene». Dietro alla bara c'è la bandiera italiana, listata a lutto. Accanto un picchetto di lancieri. La Preghiera del soldato, letta dal colonnello Michele Arcangelo Prignano, il comandante del reparto di Tarantino, lascia molti con un groppo alla gola.
Finita la messa, la gente si raccoglie davanti alla bara. Il deflusso dalla chiesa, che non è riuscita a contenere tutti quelli che volevano dare l'ultimo saluto ad Antonio, avviene a rilento. Ma la grande tenda resterà aperta per tutta la notte. Gli amici più intimi del caporalmaggiore resteranno con lui fino all'ultimo minuto. Domani lo accompagneranno all'aeroporto. Anche qui una breve cerimonia, gli onori di un picchetto dei militari della brigata, poi la bara avvolta nel Tricolore entrerà nella pancia di un C130 dell'Aeronautica che lo trasporterà in Italia, dove arriverà nel pomeriggio.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su