PARIGI - E' in questi giorni nelle librerie francesi l'ultimo libro di Cesare Battisti, l'ex leader dei Pac (Proletari armati per il comunismo) che si è rifugiato in Francia e di cui è stata decisa oggi l'estradizione in Italia.
Il titolo del libro, edito dalla casa editrice Eden è «Vittoria». E' un romanzo giallo, com'è la specialità di Battisti. Solo che questa volta il romanzo è firmato anche da Alain Korkos che ne è l'illustratore.
Pur essendo di tipo tradizionale, il romanzo è impaginato quasi come se fosse un fumetto noir. La storia è ambientata a Roma. Racconta di un omicidio realizzato dopo lunghi appostamenti secondo le tecniche che Battisti utilizzava quando, da terrorista, realizzava i suoi omicidi politici. Anche le situazioni descritte sono riconducibili, per molti aspetti, ad una sorta di autobiografia del Battisti.
Si sente che chi scrive, sa. Non parla per sentito dire. Certe emozioni, certe rabbie, certe paure le ha provate in prima persona e quindi le sa descrivere con grande esattezza. In presa diretta. Per capire quanto autobiografico sia questo romanzo basti rilevare che, a un certo punto si legge: «Perché sei venuto? Mi domandò a bruciapelo, tu rischi grosso. Fernando faceva allusione alla condanna della corte d'assise che io avevo addosso. Era vecchia di trent'anni ma perché venisse prescritta, avendo io preso l'ergastolo, ci sarebbero volute tre vite».
«Vittoria» è un romanzo all'insegna dell'ineluttabilità della violenza purificatrice: «Era arrivato il momento di recuperare il mio zaino al deposito della stazione. Nascondeva, avvolto tra slip e calzoni, una pistola Phytom 37 magnum con una manciata di munizioni». Era, scrive Battisti, «il magro ricordo di un'epoca nella quale si credeva che noi dovessimo passare dalle armi della critica alla critica con le armi». Un ricordo magro ma ancora perfettamente funzionante, ancora pronto a recidere altre vite umane. Il romanzo di Battisti, tutto giocato sull'idea della violenza sia come strumento di vendetta che di auto-affermazione, si conclude cosi: «Non si crederebbe ma è sorprendente la quantità di sangue che si ha nel corpo. Ti ricordi, ce n'era fino al soffitto».
Nella retrocopertina, Cesare Battisti si descrive cosi: «E' nato nel 1954 nella regione di Roma. Ha fatto il suo apprendistato nelle vie di un quartiere popolare. A 21 anni si è unito alla lotta armata che gli procurò degli anni di clandestinità e la prigione. Evaso dal carcere nel 1981 si è esiliato in Messico e poi in Francia: è l'autore di una decina di romanzi gialli».
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