NAPOLI - La delegazione dei cittadini di Montecorvino Rovella non ha nemmeno firmato il verbale del vertice in Prefettura con il ministro Matteoli, il responsabile della Protezione civile Bertolaso e il commissario di governo Catenacci, ribadendo il suo no all'apertura della discarica di Parapoti. «Noi andremo ora a riportare ai cittadini che manifestano quello che è successo a questo tavolo - dice con foga Enzo Russolillo parlando a nome di tutti i sette delegati - non c'è stato mai accordo, c'è stata una comunicazione di decisioni già prese. Abbiamo raccolto le notizie, e torniamo al presidio nella stazione per comunicarle. Sarà la gente a decidere con calma quello che dovrà fare». Ai cronisti che li informano che a Montecorvino si sono levate grida di «venduti» al loro indirizzo, Russolillo sottolinea come su «un delicato problema di ordine pubblico» ci sano state notizie fuorvianti: «Non penso che la gente poteva essere contenta di soluzioni prese unilateralmente». E spiega: «Non ci sono stati i termini di una trattativa, le decisioni del commissario e del ministro sono notifiche fatte a noi. La delegazione ha respinto con forza ogni proposta di riapertura seppure temporanea della discarica di Parapoti, chiedendo invece al governo e a tutte le istituzioni l'onere economico di soluzione alternative. Il no a Parapoti resterà sempre tale. Con forza abbiamo ribadito un solo elemento, quello di bonificare partendo dalla discarica già dismessa di Colle Barone fino a quella di Parapoti. L'educazione e l'intelligenza di chi ha portato un messaggio di protesta non deve essere confusa con la disponibilità a concordare. Noi vogliamo la parola fine per Parapoti senza mettere a repentaglio l'incolumità di chi sta manifestando in maniera civile».
«Nessun accordo - ribadisce Rosa Sproviero - è ingiusto martorizzare un territorio che subisce da trent'anni. Ora andremo là e vedremo cosa fare».
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