FALLUJA - Dalla prima mattinata di oggi, a dispetto del cessate-il-fuoco teoricamente ancora in vigore, tra ribelli sunniti e truppe americane sono riesplosi gli scontri a Falluja, una cinquantina di chilometri a ovest di Baghdad, ove a partire dalle 7,30 locali (le 5 e mezza in Italia) sono intervenuti anche caccia-bombardieri ed elicotteri d'assalto Usa, mentre in diverse zone della città è segnalata l'avanzata di autoblindo. L'eco dei colpi di artiglieria dal cielo risuona con particolare intensità da un'importante arteria situata poco a est del centro urbano, mentre altrove infuriano sparatorie ed esplosioni. Gli abitanti hanno rapidamente evacuato il settore orientale della città, una zona industriale ove più aspre sono le ostilità.
Falluja negli ultimi giorni era già stata bersaglio di diversi raid aerei mirati contro obiettivi della guerriglia seguace di Abu Mussab al-Zarqawi, il terrorista di origini giordane considerato il braccio operativo di 'al-Qaedà in Iraq. I combattimenti di oggi sembrano tuttavia rispondere a ben più che a un intento di ritorsione; a un piano preordinato e ben coordinato degli insorti, giacchè sono scattati quasi simultaneamente attacchi contro le forze dell'ordine locali e contro i soldati statunitensi in tutti i principali centri del cosiddetto 'Triangolo Sunnità, l'area forse più pericolosa dell'intero Paese, estesa a nord e a ovest di Baghdad: a Falluja appunto, a Ramadi, soprattutto a Baquba, nonchè nella più settentrionale Mosul.
Una vera e propria ostentazione di forza e di irriducibilità da parte degli estremisti, mentre si avvicina sempre di più la data del 30 giugno, scadenza fissata per il passaggio delle consegne tra la coalizione a guida Usa e un nuovo governo iracheno ad interim, con conseguente fine formale dell'occupazione. Gli integralisti hanno tutto l'interesse a dimostrare che le future autorità non sono assolutamente in grado di gestire la transizione.
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