MOSCA - Situata tra le montagne del Caucaso, all'estremo sud della Russia, l'Inguscezia, con i suoi 3.600 chilometri quadrati di estensione (poco più della Val d'Aosta), rappresenta il più piccolo territorio fra gli 89 soggetti amministrativi che compongono l'immensa Federazione russa.
I suoi abitanti sono circa 360.000, ai quali vanno aggiunti migliaia di profughi giunti negli ultimi anni dalla vicina Cecenia per sottrarsi alla guerra.
Con altre 20 regioni russe, l'Inguscezia gode di uno speciale status di autonomia: quello accordato alle cosiddette Repubbliche autonome, che non sono Stati sovrani e dipendono per le questioni fondamentali dal governo centrale di Mosca, ma hanno ampi poteri a livello locale, un proprio presidente, un proprio parlamento, un proprio governo e una capitale.
Lo stesso status è riconosciuto dal Cremlino alla confinante Cecenia, dove però la guerriglia islamica in armi da oltre un decennio pretenderebbe un'indipendenza vera e propria.
Reduce da un altro (seppur breve) conflitto interno alla Russia, quello scoppiato all'inizio degli anni '90 con la regione dell'Ossezia del nord per questioni territoriali, l' Inguscezia ha ritrovato negli ultimi tempi una sua precaria pace, ma vive di riflesso la sanguinosa guerra in Cecenia. Un riflesso legato ai profughi, ma anche agli sconfinamenti del conflitto in territorio inguscio.
Nel dicembre del 2003 una cinquantina di guerriglieri con a capo Ruslan Gelayev, successivamente rimasto ucciso in una differente azione, erano entrati in Daghestan uccidendo una decina di guardie di frontiera e tre militari. Nel settembre del 2002, una banda cecena penetrò nella piccola repubblica innescando scontri con le forze federali.
Quanto ai profughi, che avevano raggiunto negli anni scorsi la cifra di 150.000, dopo la chiusura dei tre campi che li ospitavano (l'ultimo, quello di Satsita, il 9 giugno scorso), ne rimangono ora circa 45.000, secondo dati del governo inguscio.
Abitata da una popolazione etnicamente affine - qualcuno dice identica - a quella cecena, l'Inguscezia (capitale Nazran) è stata unita per quasi mezzo secolo alla turbolenta vicina in epoca sovietica, quando il Cremlino volle la creazione di una regione unica, la Ceceno-Inguscezia. I rapporti tra le due popolazioni restano ancora oggi molto stretti, al di là dei dissidi legati alla tradizionale divisione in clan che caratterizza l'intera area caucasica e della diffusa ostilità degli ingusci verso le milizie islamico radicali cecene.
Sebbene storicamente assai più docile ai legami con Mosca rispetto alla Cecenia, l'Inguscezia è comunque impegnata in prima fila per cercare di ottenere dal governo federale russo una soluzione politica della guerra cecena.
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