CITTA' DEL VATICANO - La Santa Sede esprime «soddisfazione» per l'approvazione della Costituzione europea, «importante tappa» dell'integrazione, ma esprime il proprio «rammarico per l'opposizione di alcuni governi al riconoscimento esplicito delle radici cristiane d'Europa».
Lo afferma una dichiarazione del portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls, in cui si esprime «soddisfazione» per i fatto che il Trattato comprenda salvaguardi «lo status delle confessioni religiose degli stati membri».
La Santa Sede esprime inoltre «apprezzamento e gratitudine a quei governi» che «hanno lavorato per dare concreta espressione» alla identità religiosa dell'Europa. «I mezzi di comunicazione sociale - si legge nella dichiarazione del portavoce vaticano - hanno riferito circa l'adozione per consenso, a Bruxelles, del trattato costituzionale europeo, da parte dei capi di Stato e di governo, dei 25 membri: la Santa Sede esprime soddisfazione per questa nuova e importante tappa nel processo di integrazione europea, sempre auspicata e incoraggiata dal romano pontefice».
«E' anche motivo di soddisfazione - prosegue Navarro - l'inserimento nel trattato della disposizione che salvaguarda lo status delle confessioni religiose negli Stati membri e impegna l'Unione a mantenere con esse un dialogo aperto, trasparente e regolare, riconoscendone l'identità e il contributo specifico».
«La Santa Sede non può tuttavia - prosegue la dichiarazione - non esprimere rammarico per l'opposizione di alcuni governi al riconoscimento esplicito delle radici cristiane dell'Europa. Si tratta di un misconoscimento dell'evidenza storica e dell'identità cristiana delle popolazioni europee». «La Santa Sede - continua il portavoce - esprime vivo apprezzamento e gratitudine a quei governi che, nella consapevolezza del passato e dell'orizzonte storico in cui prende forma la nuova Europa, hanno lavorato per dare concreta espressione alla sua riconosciuta eredità religiosa».
«Né va dimenticato - conclude la nota - il forte impegno profuso da varie istanze per far menzionare il patrimonio cristiano dell'Europa in tale trattato, stimolando la riflessione dei responsabili politici, dei cittadini e dell'opinione pubblica su una questione non secondaria nell'odierno contesto nazionale, europeo e mondiale».
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