Se dovessi scrivere un libro sicuramente lo intitolerei "Io e Anna".
Può sembrare assurdo, ma avrei un mare di considerazioni da fare sul famosissimo "Het Achterhuis", titolo originale, conosciuto come "Il Diario di Anna Frank".
Finalmente alla fine di questa estate lo leggo e in pochi giorni. Scopro una personalità capace di vincere la morte, una personalità che crede nonostante tutto "nell'intima bontà dell'uomo", che va oltre l'apparenza, che sa catturare l'attimo fuggente e sa essere ancora felice nonostante i problemi. Anne voleva diventare giornalista e scrittrice. E' morta e non ha potuto diventarlo per colpa di un male feroce che ha investito 6 milioni di gente come lei e non solo. Ma il fato ha voluto che il suo libro fosse tradotto in tante lingue ed esportato in tutto il mondo e che nonostante i decenni siano passati dalla prima data di pubblicazione (1947) non è stato dimenticato. E' per questo che lei ha vinto la morte: è diventata scrittrice e questo perché ha creduto, ha avuto fede, ha avuto speranza. Dio non l'ha abbandonata anche se è morta. Molti leggendo il suo diario, tra le pagine e i versi, pensando alla tragica fine e soffermandosi solo sulla ferocità degli avvenimenti potrebbero pensare a quanto sia ingiusta la vita. No, Anne non voleva questo, Anne voleva che tutti credessero che il mondo non è fatto solo di cose malvagie e feroci, ma che ognuno di noi guardando al cielo potesse pensare che tutto si rivolgerà al bene nonostante i problemi. La lettura del suo diario ha fatto riaffiorare un lato di me che avevo perso e che ora è rinato. Il destino ha voluto che io nascessi nel suo stesso giorno e che cominciassi il mio diario persino "venerdì 12 giugno", forse un motivo in più per sentirmi vicina ad una piccola grande donna, meritevole di essere nominata tra le più grandi scrittrici di tutti i tempi.
Rossella Ciarfaglia et Antonello Tafuno
classe 3 B E.R.I.C.A.
ITC "Loperfido" - Matera (Italy)
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