STOCCOLMA - Grande affermazione dei socialdemocratici (all'opposizione) in Danimarca, e vittoria dell'opposizione (conservatrice) anche in Finlandia: ma l'avvenimento, tra i paesi nordici in queste elezioni europee è l'inatteso successo in Svezia della «Lista di Giugno», un movimento «euroscettico» appena nato, al quale i sondaggi attribuivano intorno al 5% dei consensi, e che ne ha raccolti invece il 14,4%, a spese indistintamente di tutte le altre formazioni. Soprattutto a spese dei socialdemocratici del premier Goeran Persson, che hanno registrato una nuova sconfitta, dopo quella delle legislative del 2002.
Il risultato della «Lista di giugno» era quello più atteso in Svezia, dopo una campagna elettorale seguita con interesse molto moderato, anche per l'assenza di candidature di primo piano.
Fondata dal professor Nils Lundgren, 68 anni, economista, la «Lista», sulla scia del «Movimento di Giugno» danese, più che contro l'Ue si batte contro il «centralismo» dell'Unione, contro la Costituzione europea e contro la moneta unica: quello che preoccupa i suoi simpatizzanti è la perdita di influenza della Svezia all'interno dell'Unione. Gli euroscettici svedesi si affermano, tra l'altro, mentre i loro omologhi danesi perdono vigore: il «Movimento di Giugnò, in Danimarca, perde due eurodeputati, e i Socialisti popolari, decisamente anti-Ue, portano a Strasburgo la loro capolista, che è la più «moderata» all'interno del movimento. Il professor Lundgren andrà invece a Strasburgo con altri due colleghi.
«Tutti i partiti tradizionali sono in stato di shock» scriverà oggi lo Svenska Dagbladet, commentando il fatto che tutte le formazioni hanno pagato il loro tributo, in termini di voti, alla «Lista di giugno».
Proprio la perdita di velocità degli anti-europei in Danimarca è stato invece l'aspetto su cui si sono centrati i commenti del premier danese, il liberale Anders Fogh Rasmussen, che esce penalizzato dalla consultazione (-2 seggi), e del suo avversario socialdemocratico, grande vincitore di questa tornata elettorale, Poul Nyrup Rasmussen (+3 seggi): l'uno e l'altro hanno rilevato che ormai i danesi «non si schierano più pro o contro l'Europa, ma discutono piuttosto sul ruolo che la Danimarca deve avere al suo interno».
In quanto alla Finlandia, dove i conservatori - all'opposizione - sono stati premiati rispetto al governo, la vera vincitrice della consultazione è l'ex premier centrista, Anneli Jaatteenmaki, che aveva dovuto abbandonare la sua brevisima esperienza alla guida del governo dopo lo scandalo di una fuga di notizie sulla guerra in Iraq, e che si è presa la sua rivincita raccogliendo un successo personale (146.700 voti) lontanissimo perfino da quello del socialdemocratico Alexander Stubb, che ha raccolto 109mila voti.
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