BAGHDAD - I membri curdi del governo iracheno si dimetteranno se i loro leader dovessero chiederglielo ritenendo che l'ultima risoluzione delle Nazioni Unite sull'Iraq non tuteli l'autonomia curda. «Se i nostri leader ci chiederanno di ritirarci dal governo, lo faremo» ha detto il ministro Lavori pubblici, Nasrin Berwari, curda, in riferimento alla risoluzione del Consiglio di sicurezza approvata all'unanimità ieri.
« Tutte le battaglie che abbiamo combattuto lo scorso anno sono state vane... abbiamo visto come la democrazia può essere prevaricata» ha detto ancora Berwari.
La risoluzione prevede il trasferimento della sovranità al governo iracheno, formato di recente, entro il 30 giugno, permettendo allo stesso tempo agli Stati Uniti e alle altre forze della coalizione di rimanere in Iraq. Ma la risoluzione non fa riferimento alla costituzione transitoria irachena, concordata a marzo, che riconosceva una speciale autonomia alle tre province curde nel nord dell'Iraq, in una clausola per cui avevano lottato a lungo i due leader dell'etnia, Jalal Talabani e Marsoud Barzani.
Prima del voto delle Nazioni Unite, Barzani e Talabani avevano minacciato di ritirare i funzionari curdi dal governo ad interim, aggiungendo che i curdi non avrebbero preso parte nelle elezioni nazionali il prossimo anno.
Berwari ha ribadito di appoggiare completamente la posizione di Talabani e Barzani, aggiungendo che l'assenza di riferimenti alla costituzione, nella risoluzione, equivale a un mancato riconoscimento dei diritti delle minoranze. «Sono delusa non solo come curda, ma come donna... questo non rappresenta ciò per cui abbiamo lottato, per cui ci siamo impegnati e per cui ci siamo sacrificati. Gli Stati Uniti mi hanno molto deluso» ha detto la Berwari. «Io resto dalla parte della mia leadership. Continueremo a trattare, questa non è la fine».
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