Questi i punti salienti della risoluzione 1546 delle Nazioni Uniti sull'Iraq, approvata all'unanimità l'8 giugno.
- Si stabilisce uno scadenzario preciso: il governo interinale assumerà la sovranità il 30 giugno; un governo di transizione si insedierà dopo le elezioni il 31 gennaio del 2005; un governo permanente assumerà le funzioni il 31 gennaio del 2006 dopo la stesura di una costituzione e nuove elezioni.
- Il governo interinale non potrà prendete decisioni a lungo termine prima dell'insediamento dell'esecutivo di transizione.
- Se le condizioni di sicurezza lo permetteranno, le Nazioni Unite aiuteranno nell'organizzazione di elezioni, daranno suggerimenti sulla stesura della costituzione, contribuiranno alla ricostruzione, faranno un censimento e promuoveranno il rispetto dei diritti umani.
- La forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti potrà adottare «tutte le misure necessarie» sulla base di due lettere di intenti firmate dal segretario di stato americano, Colin Powell, e dal premier iracheno, Iyad Allawi.
- Il comando iracheno e statunitense si coordineranno su questioni relative a «delicate operazioni offensive» per garantire «la piena partecipazione» di forze irachene e truppe della coalizione.
- Il mandato delle forze straniere scadrà nel momento in cui si insedierà un governo stabile iracheno, prevedibilmente nel gennaio del 2006, ma l'esecutivo di Baghdad potrà chiedere al Consiglio di sicurezza un ritiro anticipato.
- Una forza sotto il comando Usa garantirà la sicurezza del personale delle Nazioni Unite.
- Sarà costituito un fondo nel quale convergeranno gli introiti dell'estrazione di greggio e di gas e la cui gestione sarà certificata da un organismo internazionale che non avrà potere di controllo sulla spesa.
- Sarà revocato il bando alla vendita di armi a eccezione delle armi di sterminio.
- Le vendite di greggio e gas saranno protette contro le azioni legali internazionali.
- Il governo iracheno si impegna a lavorare per la creazione di uno stato federale, democratico, pluralistico e unitario (il mancato riconoscimento della costituzione provvisoria, sottoscritta nel marzo del 2004, ha fatto infuriare i curdi che temono limitazioni alla loro autonomia).
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