GEDDA - La massima autorità religiosa saudita, il Grand Muftì Sheikh Abdul Aziz Al Asheikh, ha emesso una «fatwa», ovvero un editto religioso con valore di legge, in cui esorta sia i propri connazionali sia gli stranieri residenti in Arabia Saudita «a denunciare chiunque stia progettando di compiere attentati terroristici».
Lo scrive oggi il giornale saudita in lingua inglese Arab News che, riferendo brani dell'editto, precisa che «il suo scopo è quello di proteggere il popolo e il Paese da queste azioni distruttive e di difendere gli stessi ideatori (di eventuali attentati) dalle conseguenze delle loro azioni».
Fonti del comitato religioso presieduto dal Grand Muftì hanno spiegato che la «fatwa» è stata emessa in risposta ai risultati di recenti inchieste «circa i tremendi fatti delle ultime settimane» che hanno visto un'escalation di attacchi e attentati dei quali sono ritenuti responsabili militanti o simpatizzanti di Al-Qaida, la rete terroristica che fa capo al miliardario dissidente d'origine saudita Osama bin Laden.
Dall'inizio del maggio dell'anno scorso quasi 90 persone hanno perso la vita e oltre 200 sono rimaste ferite in diversi attentati in varie città del regno.
Uno tra i più sanguinosi ed efferati è stato quello avvenuto tra sabato e domenica scorsi quando ad Al Khobar, sulla costa saudita del Golfo, un commando di terroristi ha attaccato quattro complessi residenziali abitati da stranieri e ne ha uccisi 22, tra cui l'italiano Antonio Amato che lavorava lì come cuoco.
L'editto del Grand Muftì va ad aggiungersi agli inviti più volte rivolti in passato dalle autorità saudite alla popolazione di informare la polizia su eventuali attività terroristiche, informazioni per le quali sono stati promessi premi in denaro.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su