ROMA - Sostanze anticancro dai batteri più antichi della Terra: è la sfida più recente del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), che nell'ultima spedizione ha finanziato il primo studio mai condotto nel continente antartico alla ricerca di batteri in grado di vivere in condizioni estreme, dalle temperature altissime dei crateri vulcanici al freddo più intenso.
«Sono microrganismi arcaici capaci di sintetizzare sostanze biologicamente attive», ha detto il responsabile del progetto, Benjamin Pushparaj, dell'Istituto per lo studio degli ecosistemi (ISE) del CNR di Firenze. Medicina e agricoltura sono i settori in cui questa ricerca promette di avere le ricadute più importanti. I campioni finora raccolti in Antartide sono conservati nell'ISE, ma «il nostro primo interesse - ha detto Pushparaj - è creare un Centro per la collezione dei ceppi antartici. E' un passo fondamentale per organizzare queste ricerche in modo più efficace e senza sprechi di energie, ma per aprire il Centro servono finanziamenti».
Creare una banca delle sostanze prodotte da questi antichissimi microrganismi (cianobatteri) vuol dire avere a disposizione un archivio unico, le cui ricadute potrebbero essere importantissime, in primo luogo per la salute umana. Lo dimostra una prima ricerca condotta da Pushparaj su un ceppo di cianobatteri scoperto nel mare della Calabria, in un bacino interno nella zona di Lamezia Terme, utilizzato dall'ISE di Firenze. Lo studio, condotto in collaborazione con gli Stati Uniti, ha scoperto che i batteri, chiamati Nodularia harvaiana, producono una sostanza attiva contro il tumore del colon.
Antibatterici, antivirali e antitumorali sono le sostanze che i ricercatori si aspettano di trovare nei batteri antartici. «Li cerchiamo nel terreno, nell'acqua e anche in zone molto calde, come il cratere del vulcano attivo del Monte Melbourne», ha detto ancora Pushparaj.
Sopravvivono alle temperature estreme grazie a un meccanismo di protezione tipico delle loro cellule: mentre con il sole proliferano e si sviluppano, non appena il clima diventa caldissimo o gelido cambiano struttura e si isolano dall' esterno.
«Adesso stiamo isolando i batteri raccolti nella spedizione», che in attesa della creazione del Centro nazionale sono conservati presso l'ISE. Il primo passo è isolare le colonie, che vengono purificate eliminando eventuali batteri di altro tipo; quindi i ceppi isolati vengono moltiplicati in laboratorio fino a produrre biomasse e da queste vengono estratte le sostanze bioattive. A questo punto vengono eseguiti dei test per verificare l'azione della sostanza contro altri batteri, virus o cellule tumorali.
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