Secondo informazioni dell'agenzia France Presse ci sarebbero nove ostaggi sgozzati presumibilmente dai sequestratori all'interno del palazzo dove si erano asserragliato il gruppo di terroristi e tra i morti anche un italiano, Antonio Amato. La Farnesina ha già confermato la notizia dopo che ieri aveva smentito la presenza di tecnici italiani in zona.
La vittima italiana nell'assalto terroristico di al Khobar si chiamava Antonio Amato, di 35 anni, residente a Giuliano in Campania. Giunto da poche settimane in Arabia Saudita, svolgeva mansioni di cuoco nel residence Oasis e non era registrato presso l'ambasciata.
Un dirigente saudita del complesso residenziale aveva assicurato nel pomeriggio di ieri a uno dei referenti della comunità italiana in Arabia Saudita che si mantenevano in costante collegamento con l'ambasciata d'Italia che gli risultava che Amato stesse bene.
Contrariamente anche alle prime indicazioni fornite dai responsabili di sicurezza sauditi ieri pomeriggio e nelle prime ore del mattino, il coinvolgimento del nostro connazionale nell' attacco terroristico è stato purtroppo confermato questa mattina al termine dell'operazione della polizia.
Uno degli ostaggi superstiti, Nijar Hijazin, giordano, tecnico di computer, ha raccontato all'agenzia France Presse che «i nove sono stati sgozzati dai sequestratori dopo che avevano tentato di scappare, stanotte, per le scale». I 25 ostaggi superstiti, fra i quali Hijazin e sette cittadini americani, sono stati tratti in salvo dal tetto dell'edificio dalle forze speciali arabe intervenute in un blitz.
Hijazin precisa che gli ostaggi sgozzati dopo il tentativo di fuga erano un italiano, uno svedese e sette asiatici.
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