Prandelli alla Roma per tre anni
ROMA - Tre anni di contratto per circa un milione e mezzo di euro a stagione. Sono questi i termini dell'accordo tra la Roma e il neo allenatore Cesare Prandelli. L'ex tecnico del Parma sarà presentato alla stampa lunedì. Si parla già di quali giocatori gialloblù possano seguirlo nella capitale, ossia Matteo Ferrari, Bonera e Gilardino.
Cesare Prandelli è il degno erede di Fabio Capello, ha fatto bene nel Parma e farà altrettanto bene alla Roma «se la piazza glielo permetterà». Arrigo Sacchi, l'uomo che negli ultimi due anni al Parma ha preso Prandelli sotto la sua ala protettiva, lo ha consigliato, accompagnandone l'ascesa fino alla sua definita consacrazione tra gli allenatori emergenti della serie A, non ha dubbi sulle capacità del suo allievo di affermarsi anche in una grande come la Roma, nonostante il pesante fardello dell'eredità di Capello. «Se non sarà la piazza a creargli qualche problema particolare - dice l'ex ct - lui ha dimostrato anche nelle difficoltà che ha avuto quest'anno il Parma di essere all'altezza».
Il sodalizio tra Sacchi e Prandelli è sbocciato nel 2002, insieme hanno vissuto momenti esaltanti, valorizzando molti giovani (uno su tutti, Gilardino), ma anche la crisi della Parmalat e la bufera che ha travolto la famiglia Tanzi. Prandelli ha preso la guida della società gialloblù dopo l'interregno di Carmignani, un altro uomo di Sacchi (fu suo vice anche in azzurro). Parma è stata per il tecnico bresciano l'occasione per riscattarsi dall'ultima deludente esperienza al Venezia, squadra che insieme con il Verona aveva guidato alla promozione in serie A, dopo essersi fatto le ossa guidando le giovanili dell'Atalanta.
Un'esperienza quella parmigiana che, nonostante le vicende societarie, con la necessità per ragioni di bilancio di privarsi in corsa di alcuni dei pezzi pregiati (soprattutto Adriano, trasferitosi durante la stagione all'Inter), si è conclusa pochi giorni fa con la decisione di lasciare la panchina gialloblù, con le voci che già si rincorrevano di un suo imminente passaggio alla Juventus, la sua vecchia squadra da giocatore.
All'inizio del mese lo stesso Sacchi e l'amministratore delegato Luca Baraldi gli avevano chiesto cosa intendesse fare, lui si era preso una pausa di riflessione di 15 giorni. Poi la decisione di non firmare un nuovo contratto col Parma. Alla fine non andrà alla Juve, ma alla Roma. Ciò non toglie che comunque il suo addio lascia al Parma molti rimpianti. «C'è dispiacere e piacere insieme - conclude Sacchi - Dispiacere per noi che sia andato via, piacere per lui perchè sicuramente ha fatto un salto in avanti. Siamo contenti per lui ma anche per noi che l'avevamo scelto. Da noi ha lavorato benissimo in questi due anni, è stato uno degli allenatori più bravi del campionato italiano. Ha fatto un lavoro splendido. Gli auguro le migliore fortune, le merita sia come tecnico sia come uomo».
Il sodalizio tra Sacchi e Prandelli è sbocciato nel 2002, insieme hanno vissuto momenti esaltanti, valorizzando molti giovani (uno su tutti, Gilardino), ma anche la crisi della Parmalat e la bufera che ha travolto la famiglia Tanzi. Prandelli ha preso la guida della società gialloblù dopo l'interregno di Carmignani, un altro uomo di Sacchi (fu suo vice anche in azzurro). Parma è stata per il tecnico bresciano l'occasione per riscattarsi dall'ultima deludente esperienza al Venezia, squadra che insieme con il Verona aveva guidato alla promozione in serie A, dopo essersi fatto le ossa guidando le giovanili dell'Atalanta.
Un'esperienza quella parmigiana che, nonostante le vicende societarie, con la necessità per ragioni di bilancio di privarsi in corsa di alcuni dei pezzi pregiati (soprattutto Adriano, trasferitosi durante la stagione all'Inter), si è conclusa pochi giorni fa con la decisione di lasciare la panchina gialloblù, con le voci che già si rincorrevano di un suo imminente passaggio alla Juventus, la sua vecchia squadra da giocatore.
All'inizio del mese lo stesso Sacchi e l'amministratore delegato Luca Baraldi gli avevano chiesto cosa intendesse fare, lui si era preso una pausa di riflessione di 15 giorni. Poi la decisione di non firmare un nuovo contratto col Parma. Alla fine non andrà alla Juve, ma alla Roma. Ciò non toglie che comunque il suo addio lascia al Parma molti rimpianti. «C'è dispiacere e piacere insieme - conclude Sacchi - Dispiacere per noi che sia andato via, piacere per lui perchè sicuramente ha fatto un salto in avanti. Siamo contenti per lui ma anche per noi che l'avevamo scelto. Da noi ha lavorato benissimo in questi due anni, è stato uno degli allenatori più bravi del campionato italiano. Ha fatto un lavoro splendido. Gli auguro le migliore fortune, le merita sia come tecnico sia come uomo».