Brillante, orgoglioso, intelligente, piede sinistro sensibilissimo, grande stratega di centrocampo, Hakan Yakin detta i tempi della Svizzera al secondo campionato europeo della sua storia. Il giocatore, oggi allo Stoccarda, è nel pieno della maturità e dalla sua ispirazione dipendono le speranze della nazionale rossocrociata.
Gli svizzeri non ci credevano più quando la star di casa rimase, nell'autunno scorso, a Basilea. L'aveva già preso il Paris Saint-Germain, ma poi lo scorbutico allenatore Vahid Halilhodzic aveva avuto da ridire: ha qualche chilo di troppo ed è stato operato di ernia inguinale. I suoi tifosi se lo sono goduto per qualche mese ancora, prima del passaggio allo Stoccarda.
Yakin ha un piede sinistro di tutto rispetto e predilige giocare dietro le due punte, Chapuisat e Frei, che riesce a lanciare di prima intenzione con estrema facilità. Ottimo senso tattico, buona balistica, è diventato il simbolo del piccolo miracolo Basilea, arrivato ai quarti di Champions League l'anno scorso e a lungo imbattuto in campionato. Detta i ritmi della squadra ed è soprannominato il metronomo.
Se suo fratello maggiore Murat è l'argine difensivo (anche nel Basilea), Yakin è l'inventore del gioco, l'uomo determinante che fa girare la squadra. Il suo potere in squadra è tale da aver convinto il ct Kobi Kuhn a relegare in panchina il miglior difensore disponibile, Stephan Henchoz del Liverpool: nè Hakan nè il fratello Murat lo sopportano.
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