ROMA - «Dalle indagini è emerso uno spaccato preoccupante perché vi sono molti atleti che sono vittime. Abbiamo scoperto aspetti di assuefazione nei tempi brevi e danni gravi per l'uso protratto del doping soprattutto nel settore dei non professionisti». Lo ha detto il pm Paolo Ferraro nel corso della conferenza stampa tenuta presso la sede dei Nas dei carabinieri di Roma. «Vi è un uso disperato di sostanze dopanti - ha spiegato il magistrato - e sicuramente un fenomeno di sfruttamento degli atleti che richiede la necessità di interventi. Questa è un'indagine - ha concluso Ferraro - che attiene anche alla tutela della salute degli atleti».
L'indagine sul doping è nata successivamente alla morte di un ciclista in Toscana e in seguito alla registrazione di numerosi malori soprattutto tra ciclisti dilettanti. Lo hanno spiegato gli investigatori, coordinati dal colonnello dei Nas Stefano Ortolani nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sede di piazza Albania a Roma.
L'inchiesta, partita nel mese di giugno dello scorso anno, si è sviluppata nell'ambiente del ciclismo amatoriale, da cui sono emersi subito preoccupanti collegamenti tra i corridori di alcune società e i tecnici preparatori, ma anche medici, e l' uso indiscriminato di farmaci ad azione dopante «ai fini dell'esaltazione delle prestazioni agonistiche, per altro sospettate di aver provocato il decesso di alcuni ciclisti amatoriali. Le indagini sono continuate attraverso intercettazioni, controllo e pedinamento.
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