FIRENZE - Un semplice prelievo di sangue, pochi minuti di attesa e la diagnosi di scompenso cardiaco è pronta già nello studio del medico di famiglia, sostituendo esami più complessi e potenzialmente più pericoloso come il test cardiopolmonare. Il test, della durata di appena 15 minuti, si basa sul dosaggio di un neurormone, il BNP (Brain Natriuetic Peptide) ed ha un altissima efficacia diagnostica, pari al 90%.
I risultati di uno studio su questa diagnosi sono stati presentati al 35mo congresso nazionale dell'associazione medici cardiologi ospedalieri. Lo studio ha interessato 357 pazienti con sospetto scompenso cardiaco, allo scopo di valutare la validità diagnostica del nuovo test.
«In oltre il 70% dei pazienti identificati come scompensati - ha spiegato Giuseppe Cacciatore, responsabile dell'unita per lo scompenso cardiaco dell'Ospedale San Giovanni-Addolarata di Roma - i livelli dell'ormone erano significativamente più elevati rispetto a chi non soffriva di scompenso». I pazienti che si presentano così dal proprio medico con sintomi sospetti iniziali, cioè con affanno, gonfiore degli arti inferiori e tachicardia, hanno dunque molta probabilità di imbattersi in uno scompenso se verrà misurato loro un valore di BNP superiore alla norma. Per affrontare efficacemente lo scompenso cardiaco, in attuazione delle linee guida dell'associazione nazionale cardiologi ospedalieri, sono stati attivati oltre 300 ambulatori per il cuore, co-gestiti da personale infermieristico. Dopo aver seguito corsi di formazione, gli infermieri stessi diventano un riferimento molto importante per i pazienti, e sono in grado di fornire consigli e informazioni e di eseguire semplici prestazioni come il controllo del peso, come i livelli di neurormoni nel sangue e dosaggio di alcuni farmaci come i diuretici.
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