ROMA - E' durata 24 minuti l'informativa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulla situazione irachena nell'Aula di Montecitorio.
L'intervento del premier è stato punteggiato da diciassette applausi della maggioranza, molti dei quali sono scattati quando dai banchi dell'opposizione si contestavano le sue affermazioni.
«Ritirarsi adesso dall'Iraq sarebbe un oltraggio alla memoria dei caduti ed al magnifico e duro lavoro dei nostri militari e del nostro personale civile». Ha detto il premier e ha aggiunto, «ritirarsi adesso vorrebbe dire abbandonare al caos un paese cruciale del medio oriente. Ritirarsi adesso significherebbe condannare ad una prospettiva infernale di guerra civile 24 milioni di persone. Ritirarsi adesso dall'Iraq vorrebbe dire indebolire l'azione internazionale contro il terrorismo».
Così, per il premier l'Italia resterà in Iraq fino in fondo, finchè non saranno sconfitte le bande armate che hanno ucciso 21 italiani e finchè gli iracheni non saranno in grado di autogovernarsi nella libertà. L'Onu approverà una nuova risoluzione entro le prime tre settimane di giugno per definire i rapporti fra il nuovo Governo iracheno e la forza multinazionale.
Berlusconi è «incredulo e preoccupato» per le mozioni dell'opposizione, che rappresentano un segnale di «cedimento e debolezza». Il Presidente del Consiglio difende gli Stati Uniti: «Sono una grande democrazia e non un Paese di torturatori».
- LE TAPPE FISSATE CON BUSH ED ANNAN: entro due settimane, probabilmente entro maggio, ci sarà un nuovo Governo iracheno e l'Onu ha già individuato un capo che però non ha ancora accettato. Entro le prime tre settimane di giugno ci sarà una nuova risoluzione dell'Onu per la legittimazione internazionale del nuovo Governo, per definire il ruolo dell'Onu ed i rapporti fra Governo iracheno e forza internazionale, comprensiva di Paesi islamici. Dal primo luglio i poteri saranno trasferiti al nuovo Governo. Entro luglio verrà istituita una commissione elettorale dell'Onu per preparare le elezioni nel gennaio 2005. Entro settembre verrà istituita una assemblea rappresentativa di 1000 iracheni, di cui 100 collaboreranno con il Governo. Entro la fine del 2004 sarà convocata una Conferenza internazionale sull'Iraq, coinvolgendo i Paesi della regione.
- MOZIONI OPPOSIZIONE: per Berlusconi «i nemici della pace hanno i giorni contati». Vogliono impedire il piano Brahimi e libere elezioni. Cercano una sponda politica anche in Italia.
Per questo il Presidente del Consiglio è «incredulo e preoccupato» per le mozioni dell'opposizione perchè rappresentano un segnale di «cedimento e debolezza». «Che cosa significa chiedere - dice Berlusconi - il ritiro dei nostri soldati se non ci sarà una svolta? Che senso ha fissare una scadenza all'Onu che non ha nulla a che vedere con i piani della stessa Onu? Come si può proporre il ritiro proprio ora che l'Onu diventa protagonista dell'azione pacificatrice in Iraq?». Berlusconi invita i leader dell'opposizione ad abbandonare «la facile demagogia e la campagna elettorale».
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