Nel 1888 scende in Puglia una giovane studiosa britannica, Janet Ross. Ha buoni amici, nella nostra terra, e lei è impregnata di storiografia romantica, ama l'Italia e il suo paesaggio. E' a Firenze quando decide di scendere nel Sud profondo; e, armata di amore, di taccuino e anche di un curioso cappellino che gli indigeni non mancheranno di notare sulla sua testa per l'estrosità della confezione, affronta il grande viaggio. E' per lei la felice occasione per registrare costumi e tradizioni e storia di una civiltà diversa dalla sua. Il libro che raccoglie le sue esperienze fu pubblicato qualche anno dopo, 1889 o 1890, in Gran Bretagna con il titolo La terra di Manfredi. Non va dimenticato che la molla del suo peregrinare era anche il fascino esercitato dagli Svevi quando furono dalle nostre parti. Il libro fu tradotto e pubblicato in Italia dall'editore Valdemaro Vecchi, un forestiere in quel di Trani che pubblicò le opere dell'esordiente Benedetto Croce. Molti anni dopo, a cura di Vittorio Zecchino, il volume fu ripubblicato dall'editore Lorenzo Capone.
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