ORCHI, FATE E SIRENE FRA BARBE, FIORI E UCCELLI IN QUEL DI MANDURIA
Una studiosa inglese che venne dalle nostre parti sul finir dell'Ottocento, raccolse miti e leggende di bel sapore in quel di Manduria Ecco così gli orchi: erano vecchi e con la barba bianca, le unghie simili ad artigli, e con i denti aguzzi come lunghissimi chiodi. Vivevano, gli orchi, nelle viscere della terra. Facevano però degli scherzacci, pur essendo sepolti nel cuore della terra. Molte volte difatti risalivano in superficie ma non interamente: facevano venir fuori solo le orecchie che somigliavano, nella campagna coltivata, a cavolfiori. I ragazzi , e le ragazze, che se n'andavano in giro per le campagne erano incuriositi da quei cavolfiori. Li tiravano e, all'improvviso, vedevano apparire il terribile orco. Se la davano allora a gambe, promettendo ai loro familiari che mai più se ne sarebbero andati soli per le immense campagne pugliesi.
Le fate invece erano piccolo donnine che però assumevano forme ora d'uccello ora d'un fiore ora d'una scopa di ginestro. Quelle buone fate portavano all'umanità felicità, ricchezze ed amore. C'erano però anche le fate cattive, le quali portavano guerre, malattie e discordia in famiglia.
Bellissime invece erano le sirene, con il corpo metà pesce metà essere umano: apparivano con i capelli disciolti e parlavano con voce angelica. I loro canti erano melodiosi e bellissimi i vestiti sicché, con i canti e le vesti, riuscivano ad attirare i poveri uomini e se li portavano con loro nell'infinita profondità del mare. Chissà se orchi, fate buone e cattive e bellissime sirene esistono ancora in quel di Manduria.
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