Sulla zona di mare che cinge la città di Bari sul lato di levante, sorgeva una chiesa dedicata a S. Antonio Abate, la quale racchiudeva grandi tesori, donati da sovrani e da principi al santo miracoloso.
Durante una incursione di Saraceni, i Baresi raccomandarono loro di non profanare quel luogo sacro; ma quei pirati, avidi di bottino, si avviarono subito sul luogo dove sorgeva la chiesa. Erano già presso la porta, quando si scatenò un tremendo cataclisma: le acque invasero il suolo e distrussero i nemici; il mare occupò la terra ferma ed inghiottì ogni cosa.
Da quel momento, l'isolotto sul quale si levava la grande chiesa con le sue ricchezze scomparve di fronte alla città e si notò che s'era formata una grande secca, pericolosa per la navigazione.
Nei secoli difatti scafi grandi e piccoli si sono spesso arenati in quel luogo diventato rischioso per la navigazione. Le cronache parlano anche di grosse barche distrutte su quella pericolosa secca, con i marinai inghiottiti dalle acque.
I pescatori dicono che quando imperversano i temporali, all'improvviso dal Monte Rosso si odono i rintocchi della campana del santuario scomparso.
I rintocchi si sentono anche nelle notti di tregenda ma mai s'è vista la campana dalla quale provengono i suoni misteriosi.
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