TEHERAN - La Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha preso posizione personalmente contro la condanna a morte per blasfemia dell'intellettuale dissidente Hashem Aghajari, riconfermata nelle settimane scorse da un giudice di Hamedan, nell'ovest del Paese.
Khamenei, citato oggi da due quotidiani iraniani, ha affermato che il verdetto di morte «non è in linea con la legge islamica».
Anche il vice capo dell'apparato giudiziario, Abdol Reza Izadpanah, citato oggi dall'agenzia Irna, ha confermato che Khamenei ha emesso un decreto religioso (fatwa) in cui afferma che Aghajari non si è reso responsabile di blasfemia.
Aghajari era stato condannato a morte nell'autunno del 2002 per un discorso pronunciato ad Hamedan in cui attaccava duramente il clero sciita, al potere in Iran, e auspicava una riforma dell'Islam sul modello di quella protestante nel Cristianesimo. Il verdetto aveva provocato proteste degli studenti nelle Università di molte città del Paese. Successivamente, nel febbraio dell'anno scorso, era stato però sospeso dalla Corte suprema e rinviato allo stesso giudice che lo aveva emesso. Quest'ultimo nei giorni scorsi ha pronunciato una nuova sentenza di morte, che però, prima di diventare esecutiva, dovrà tornare alla Corte suprema.
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