ROMA - La fotografia del volto sereno di un neonato e sopra la scritta «raccoglimi e diffondi queste informazioni». E' il manifesto della campagna «Operazione vivere» promossa dall'associazione «I diritti civili nel 2000». L'obiettivo è estendere a tutta Italia l'esperienza del «numero verde salvabebè» già attivo a Roma, una sorta di pronto soccorso per raccogliere, su segnalazione delle madri, i neonati abbandonati in strada con una culletta termica trasportabile, ma anche un centro di informazioni per le donne sulla possibilità di partorire in anonimato.
«Una soluzione economica e semplice» di fronte al fenomeno dei neonati abbandonati, dicono le responsabili delle associazioni promotrici dell'iniziativa Grazia Passeri e Gloria Pasquali; iniziativa che a Roma va avanti da tre anni grazie alla collaborazione con l'Azienda policlinico «Umberto I- Università La Sapienza», ma che in altre città, come a Modena, anche dopo la tragica vicenda del piccolo Jacopo, non è stato possibile sinora realizzare per problemi sorti con la burocrazia. La campagna è rivolta a tutte le donne, ma soprattutto a quelle extracomunitarie, che si trovano spesso in condizioni di difficoltà economiche e sociali. Non a caso il manifesto è stato tradotto in sei lingue. Il messaggio affidato al neonato è diretto: «cara mamma, puoi partorire segretamente in ospedale, anche se sei straniera e clandestina, si occuperanno con amore di me e nessuno ti manderà via dall'Italia. Se proprio non puoi o non vuoi andare in ospedale non mi lasciare in pericolo tra i rifiuti, portami in un luogo sicuro e accertati che io sia raccolto».
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