I cognomi pugliesi nel Seicento
In quei lontani anni della fine del 1600 l'abate Giovanni Battista Pacichelli se ne andò anche nella bellissima Taranto affacciata sul mare. Napoleone Bonaparte era di là da venire; e di là da venire era la sua intuizione su Taranto grande piazzaforte militare nel Mediterraneo. Il nostro abatino, in quel di Taranto, fu attratto soprattutto dai cognomi della gente ( in realtà, ai nobili del luogo, era attentissimo in tutte le città in cui capitava). Ma ecco quel che scrisse sui vip di quei tempi lontani:
la nobiltà di Taranto è specchiata nelle famiglie Ayello, Antonietta, Equino, De Cantore, Capitignao, Carducci, Cimino, Cotugno, Marrese, Pere, Delli Pinti, e ultra.Già, chissà quanti altri nomi tarentini sono contenuti nello sbrigativo e ultra.E ancora famiglie patrizie il nobile abatino va a trovare a Gallipoli, a Lecce, a Bari. I nomi di Gallipoli sono Barba, Calò, Crisigiovanni, Magis, Pirelli, Valderani e altri. Lecce annovera, di magnanimi lombi, dell'Acaya, Alami, Ammirati Castomediani, Guarini, Lobelli, Madaro, Stoma, Tafuri e altri. Per Bari, dunque
sussistono i nobili Affiatati, Boccapianoli, Carducci, Casamassimi, Dottoli, D'Effrem, Gerundi, Lamberti, Palombi, Pascolini, Treschi, Venturi. E intanto sono in arrivo dalle nostre parti altri viaggiatori.