La testimonianza: tre anni di attesa per adottare tre fratellini

lHa adottato tre fratellini polacchi. Tutti piccolissimi: dal più grande di 3 anni al «fagottino» di 8 mesi. Marcello Pittella, consigliere regionale, fratello dell’eurode putato Gianni, è tra coloro che oggi parteciperanno alla «Festa delle famiglie» del Gruppo di volontariato «Solidarietà». Lui e sua moglie Magda Caldararo hanno dovuto aspettare tre anni prima di poter abbracciare i bambini e dar loro l’amore di cui hanno bisogno.

Il percorso dell’adozione è davvero così lungo? «Sì. Anzi, noi siamo stati fortunati ad aver atteso tre anni. Ci sono famiglie che sono in stand by da cinque, sei anni. Un vero tormento». 

Quindi può ritenersi fortunato, anche perché non è detto che dopo una lunga attesa ci sia l’adozione... «Già, ma nel 90 per cento dei casi il progetto va a buon fine». 

Cosa ricorda di quell’attesa? «Tanti momenti di ansia. La documentazione da integrare più volte, i viaggi, la continua tensione aspettando una telefonata. È comunque un’esperienza straordinaria che giunge a conclusione di un percorso irto di difficoltà. Alla fine, però, abbracciare questi bambini ti ripaga delle ansie e delle pene». 

Ha accolto nella sua casa tre fratellini. Volendo, poteva sceglierne solo uno? «La legge lo impedisce, ma io non li avrei mai divisi. Se fossero stati cinque li avrei presi tutti. E sarei stato felice. Questi piccoli hanno bisogno di ricevere attenzione, amore, di vivere e crescere in una famiglia serena e attenta». 

Problemi di ambientamento per i suoi figli? «No, anche perché li ho presi che erano molto piccoli. Il tema si pone quando sono più grandi, quando una famiglia adotta un ragazzino di 10, 12 anni. Lì scattano problemi di integrazione e di lingua. Oggettivamente per la famiglia tutto diventa più difficile». [ma.bra.]
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