«Giuda non tradì il Cristo»

WASHINGTON - Fu Gesù Cristo a chiedere a Giuda di consegnarlo alle autorità romane dopo aver svelato solo a lui la verità del Regno dei cieli.
A rivelare la nuova, sconvolgente versione dei rapporti tra il Messia e l'apostolo è uno straordinario documento ritenuto finora perduto: il Vangelo di Giuda.
Il manoscritto, in copto, è stato autenticato e tradotto 1.700 anni dopo la sua composizione con un lavoro durato cinque anni e al termine di una straordinaria odissea iniziata nelle sabbie del deserto egiziano e passata per una casetta di sicurezza a New York. Alcune pagine ricostruite sono state mostrate in pubblico per la prima volta alla National Geographic Society di Washington.
Il codice, scritto su papiro e legato da un laccio di pelle, è stato probabilmente copiato in copto intorno al 300 d.C. ed è stato ritrovato negli anni Settanta nel deserto presso El Minya, in Egitto. In seguito finì nelle mani di mercanti di antichità, lasciò l'Egitto per giungere prima in Europa e poi negli Stati Uniti, dove rimase in una cassetta di sicurezza a Long Island per 16 anni prima di venire acquistato dall'antiquaria di Zurigo Frieda Nussberger-Tchacos nel 2000.
Quando i suoi tentativi di rivendere il manoscritto fallirono, la Tchacos - preoccupata per lo stato di grave deterioramento del codice - lo cedette nel febbraio 2001 alla Maecenas Foundation for Ancient Art di Basilea per farlo conservare e tradurre.
Il manoscritto, noto anche come Codice Tchacos, verrà riconsegnato all'Egitto e ospitato dal Museo Copto del Cairo.
Il Vangelo di Giuda presenta una nuova visione del rapporto tra Gesù e Giuda e fornisce nuove informazioni sul discepolo che tradì Cristo. Contrariamente a quanto raccontano Matteo, Marco, Luca e Giovanni nel Nuovo Testamento, dove Giuda è ritratto come un traditore, questo nuovo vangelo presenta un Giuda che consegna Gesù alle autorità su richiesta dello stesso Cristo.
L'ipotesi formulata da Craig Evans, docente di Nuovo testamento presso l'Acadia Divinity College dell'Acadia University di Wolfville, in Canada, è che Gesù avesse in privato dato istruzioni a Giuda di portarlo alle autorità romane. Si spiegherebbe così la frase a lui rivolta e riportata dal Vangelo di Giovanni: «Qualunque cosa tu debba fare, falla in fretta».
Si tratta di un documento di straordinaria importanza che ribalta completamente la visione cristiana contemporanea e mostra quanto variegata fosse l'interpretazione della cristianità ai suoi albori.
Il Vangelo di Giuda, in sostanza, afferma che Giuda Iscariota fu l'unico apostolo a conoscere la verità della grandezza del Cristo. Si presenta con un titolo fortemente evocativo: «Il racconto segreto della rivelazione fatta da Gesù a Giuda Iscariota nel corso di una settimana, tre giorni prima la celebrazione della Pasqua». Emergono temi che gli studiosi considerano coerenti con le tradizioni gnostiche. Nella prima scena Gesù ride dei suoi discepoli che pregano il loro Dio, nel senso del dio minore del Vecchio Testamento che ha creato il mondo. Esorta i discepoli a guardarlo e a comprendere cosa egli sia davvero, ma questi non lo fanno. Il passaggio fondamentale arriva quando Gesù dice a Giuda: «...tu supererai tutti loro. Perchè tu farai sì che venga sacrificato l'uomo entro cui io sono». Aiutando Gesù a liberarsi del suo corpo terreno, Giuda lo aiuterà a liberare la sua entità spirituale, la sua essenza divina. Lo status di Giuda viene più volte descritto come speciale: «Allontanati dagli altri a te rivelerò i misteri del Regno. Un regno che raggiungerai, ma con molta sofferenza», gli dice Gesù. E ancora: «Ti ho detto tutto. Apri gli occhi e guarda la nube e la luce che da essa emana e le stelle che la circondano. La stella che indica la via è la tua stella».
Il testo suggerisce inoltre che Giuda sarà deprecato dagli altri discepoli ma sarà comunque superiore a loro. «Sarai maledetto dalle generazioni ma regnerai su di loro», gli dice Gesù. Giuda ha poi una visione in cui gli altri discepoli lo contestano: «nella visione vidi me stesso mentre i 12 discepoli mi prendevano a sassate e mi perseguitavano». Un passaggio del testo sembra fare riferimento alla trasfigurazione di Giuda: «Giuda aprì gli occhi e vide la nube luminosa, e vi entrò».
La gente a terra ode una voce proveniente dalla nube, ma ciò che questa dice poterebbe rimanere un mistero dato che manca una parte del papiro.
Il testo si interrompe all'improvviso: «Essi (coloro che erano venuti ad arrestarlo) avvicinarono Giuda e gli dissero, "Cosa fai qui? Sei un discepolo di Gesù". Giuda diede loro la risposta che volevano, ricevette da loro del denaro e glielo consegnò».
Nel documento non si fa accenno alla crocifissione nè alla resurrezione.
Il punto di vista degli studiosi è che questa visione alternativa del rapporto tra Gesù e Giuda sia un importante esempio della mentalità dei primi cristiani e offra nuove importanti prove sulla diversità della primitiva Chiesa cristiana. Elaine Pagels, docente di Storia delle religioni a Princeton e una delle massime autorità internazionali nel campo dei vangeli gnostici, sostiene che «la sorprendente scoperta del Vangelo di Giuda, insieme a quelle dei Vangeli di Tommaso, Maria Maddalena e i molti altri vangeli recentemente scoperti dopo 2000 anni, stia trasformando la comprensione degli albori della Cristianità. Queste scoperte stanno minando il mito di una religione monolitica, dimostrando quanto diversificato e affascinante fosse il primo Cristianesimo».
«La scoperta di un nuovo vangelo manoscritto è un fatto estremamente raro, soprattutto se si tratta di un testo menzionato dalle prime fonti cristiane» ha aggiunto Marvin Meyer della Chapman University, mentre Evans sottolinea che il Vangelo di Giuda è «un'importante testimonianza di come i primi cristiani avessero opinioni diverse su Gesù e i suoi discepoli» e «forse riuscirà a far capire meglio il senso di cose solo suggerite dal Nuovo Testamento».
Il lavoro di ricerca è stato sostenuto dalla National Geographic Society insieme alla Maecenas Foundation for Ancient Art e al Waitt Institute for Historical Discovery.
Lo svizzero Rodolphe Kasser, uno dei massimi studiosi di copto a livello mondiale, è stato incaricato di ricostruire il manoscritto per poi trascriverne e tradurne il testo. Le 66 pagine del documento non contengono solo il Vangelo di Giuda, ma anche un testo intiolato Giacomo (noto anche come la Prima Apocalisse di Giacomo), una lettera di Pietro a Filippo e un frammento di un quarto testo che gli studiosi hanno deciso di chiamare provvisoriamente Allogeni (Book of Allogenes).
«Il Codice è stato certificato come autentico e riconosciuto appartenente alla letteratura apocrifa degli albori della cristianità grazie a 5 metodi di ricerca: datazione al radiocarbonio, analisi dell'inchiostro, imaging multispettrale, prove paleografiche e di contesto», ha dichiarato Terry Garcia, vicepresidente esecutivo per le missioni della National Geographic Society. «Questa straordinaria scoperta di un antico testo non biblico - considerata da alcuni la più importante degli ultimi 60 anni - accresce la nostra conoscenza degli albori della cristianità dal punto di vista storico come da quello teologico. Sarà utile che questo testo continui ad essere studiato dagli storici come dai teologi. Il lavoro è appena cominciato, sarà molto lungo e richiederà un confronto continuo».
Nel gennaio 2005, piccoli campioni del papiro e della pelle sono stati analizzati presso il laboratorio di datazione al radiocarbonio con spettrometria di massa con acceleratore dell'Università dell'Arizona, uno dei più importanti al mondo in questo campo. I risultati ottenuti hanno datato il codice tra il 220 e il 340 d.C.
Nel testo, non sono state trovate tracce di sovrascrittura, nè di utilizzo di inchiostri diversi. Gli studiosi che hanno esaminato il contenuto e lo stile linguistico del Codice, scritto in dialetto copto-saidico, sostengono che i concetti teologici e i tratti linguistici del testo rispecchiano quelli trovati nella Biblioteca di Nag Hammadi, una raccolta di testi scoperta in Egitto nel 1945 anch'essa risalente ai primi secoli dell'era cristiana. Marvin Meyer, professore di studi biblici e cristiani presso la Chapman University, di Orange, California, e Stephen Emmel, professore di studi copti presso l'Università di Munster in Germania, concordano con il fatto che il codice rispecchia la visione gnostica prevalente nel secondo secolo d.C.: periodo in cui il testo originale greco del Vangelo di Giuda venne redatto per la prima volta, prima di venire successivamente tradotto in copto.
Il professor Kasser, responsabile della traduzione del manoscritto, sostiene di non averne mai visto uno in condizioni peggiori. Vi erano pagine mancanti, pagine ricomposte, e la metà superiore contenente i numeri di pagina era stata strappata. Inoltre, almeno un migliaio di frammenti si erano staccati. «Il manoscritto era talmente fragile che avrebbe potuto sbriciolarsi al minimo tocco», ha detto Kasser delle 26 pagine scritte su 13 fogli di papiro, sia sul fronte che su retro.
Per avere un'idea del lavoro fatto bisognerebbe prendere un testo di 10 pagine, strapparlo in piccoli pezzi e buttarne via la metà per poi provate a ricostruirlo. Con un lavoro estenuante durato 5 anni, gli esperti sono riusciti a rimettere insieme oltre l'80 per cento del testo. Nel febbraio 2006 una mezza pagina ancora mancante è ricomparsa a New York, è stata fotografa, tradotta e inclusa nel lavoro.
Il primo riferimento noto al Vangelo di Giuda risale al 180 d.C. nel trattato Contro le eresie, di Ireneo, Vescovo di Lione, in quella che era allora la Gallia romana. Si trattava di un fiero attacco contro coloro la cui visione su Gesù e il suo messaggio differiva da quella della Chiesa cristiana ufficiale. Tra coloro che Ireneo accusava vi era un gruppo che «sostiene che Giuda il traditore era l'unico a conoscere la verità» e che «su di esso hanno inventato una storia falsa che chiamano il Vangelo di Giuda».
La National Geographic Society presenterà al pubblico il Vangelo di Giuda con una mostra in cui verranno esposte pagine del codice e che si aprirà il 7 aprile a Washington. Il National Geographic Magazine pubblicherà un ampio articolo nel numero di maggio 2006. Il 9 aprile alle 21.00, National Geographic Channel (in Italia solo su Sky) manderà in onda uno speciale televisivo di 2 ore. Per i prossimi anni è attesa un'edizione critica del manoscritto.
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