l'idea
Matera, la «Fondazione Sassi» un laboratorio di innovazione, dialogo e cultura
È questo il futuro immaginato per l’ente dalla presidente e che sarà attuato con un piano strategico che mira a consolidare il ruolo di hub culturale internazionale
MATERA - La Fondazione Sassi riparte e lancia le linee programmatiche del piano strategico che guiderà l’azione nel futuro prossimo. Un nuovo corso con il quale si punta a trasformare i suggestivi spazi di via San Pietro Barisano, con una sala conferenze oggi restaurata, in un contenitore culturale inclusivo e partecipato, un luogo di produzione e di relazioni, di collaborazioni e scambi di best practices, in cui la cultura sia fattore di sviluppo e coesione. Dunque, cultura, storia, identità e innovazione le direttrici del nuovo percorso presentato nella sala conferenze che il 14 febbraio verrà intitolata al fondatore della Fondazione Sassi, Mario Salerno: nel 1990 fondò questa istituzione con l’ambizione di trasformare Matera in un laboratorio di nuovi modelli di sviluppo per il Sud Italia e del mondo, intuendo già da allora il destino di questa città, prima che fosse riconosciuta patrimonio Unesco nel 1993 e andando avanti nel tempo, Capitale europea della cultura nel 2019 e Capitale mediterranea della cultura e del dialogo 2026.
Adesso il testimone è passato alla figlia, Maria Giovanna Salerno, pronta a lavorare alla nuova fase di sviluppo della Fondazione perché «ritorni ad essere protagonista del panorama culturale, italiano ed internazionale, in continuità con l’opera svolta per più 20 anni da mio padre - ha detto la presidente - Adesso vogliamo rendere Matera un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile, un laboratorio di innovazione e dialogo che coniughi identità e apertura al mondo. La Fondazione Sassi – ha aggiunto- è pronta a raccogliere le sfide del futuro, rafforzando il suo ruolo di motore culturale e di coesione sociale».
Un laboratorio di innovazione e dialogo dunque. È questo il futuro immaginato per l’ente dalla presidente e che sarà attuato attraverso un piano strategico che mira a consolidare il ruolo della Fondazione come hub culturale internazionale, e sul quale si è soffermata la direttrice Patrizia Minardi. «Il patrimonio lasciatoci da Mario Salerno è vivo e universale, e vogliamo valorizzarlo e attualizzarlo, utilizzando strumenti contemporanei per promuovere la cultura come fattore di coesione e crescita». Tra le principali iniziative, ha ricordato, l’apertura della Biblioteca della Cura e della Bellezza.
Uno spazio dedicato alla ricerca e alla riflessione sul patrimonio culturale e paesaggistico di Matera, con fondi librari donati da studiosi di rilievo, come il prof. Fanizza e il prof. Manfredi. Mostre permanenti e temporanee che valorizzeranno artisti locali, nazionali e internazionali. E residenze artistiche internazionali che consentiranno ad artisti di tutto il mondo di vivere e produrre a Matera, arricchendo il panorama culturale cittadino e rafforzando le relazioni internazionali. In questa direzione anche il programma di scambi internazionali che ospiterà giovani provenienti dall’area mediterranea che lavoreranno su progetti legati alla tutela, gestione e valorizzazione delle aree patrimonio Unesco. La Fondazione inoltre promuoverà la nascita di imprese culturali e creative, sostenendo l’occupazione e la crescita del territorio e favorirà momenti di confronto tra donne, professioniste, che il 29 e il 30 marzo si incontreranno in questi spazi per discutere di imprese e mondo del lavoro. «Insomma la Fondazione come luogo di produzione culturale ma anche trampolino di lancio verso il futuro, ha concluso la vicepresidente Sissi Ruggi.