Dialoghi meridiani
Dov’è finito il Mezzogiorno? Il confronto tra Marcello Veneziani e Onofrio Romano
La «Questione meridionale» fuori dai radar: le interviste al sociologo e al filosofo
27 Dicembre 2025
La «Questione meridionale» fuori dai radar: le interviste al sociologo Onofrio Romano e al filosofo Marcello Veneziani.
«Il modello liberale ha ucciso il Meridione», Romano: la Primavera pugliese è sfiorita in un b&b
Onofrio Romano, sociologo e saggista, perché non si parla più di Questione meridionale?
«La Questione meridionale si è inabissata da almeno quarant’anni in coincidenza con l’avvento del paradigma neoliberale».
Qual è il nesso?
«Quel modello è fondato sull’idea che l’avanzamento economico, sociale e civile dipende esclusivamente dalle azioni dei singoli attori che abitano nei territori. Il territorio in quanto tale, dunque, scompare. Possiamo aggiungere che è venuto meno pure lo Stato a favore della fantomatica integrazione europea. E se scompare lo Stato, cioè l’intero, scompare pure la comparazione tra le sue parti. La questione meridionale appare con l’Unità d’Italia poiché ci si accorge dello squilibrio territoriale. E lo si giudica intollerabile».
«Quel modello è fondato sull’idea che l’avanzamento economico, sociale e civile dipende esclusivamente dalle azioni dei singoli attori che abitano nei territori. Il territorio in quanto tale, dunque, scompare. Possiamo aggiungere che è venuto meno pure lo Stato a favore della fantomatica integrazione europea. E se scompare lo Stato, cioè l’intero, scompare pure la comparazione tra le sue parti. La questione meridionale appare con l’Unità d’Italia poiché ci si accorge dello squilibrio territoriale. E lo si giudica intollerabile».
Perché la destra sembra aver dismesso forme di attenzione al Mezzogiorno?
«Per molte ragioni. L’egemonia di Berlusconi, totalmente liberale. Poi la componente fortissima del leghismo che ha ribaltato la faccenda: in un’arena in cui tutti competono e il migliore vince, nasce uno scandalo se il migliore deve assistere chi rimane indietro. Da qui si sviluppa la “questione settentrionale” di cui, infatti, si è parlato parecchio. Anche Fratelli d’Italia, che pure custodiva una certa idea di nazione, l’ha abbandonata dopo l’approdo al governo»...
«Per molte ragioni. L’egemonia di Berlusconi, totalmente liberale. Poi la componente fortissima del leghismo che ha ribaltato la faccenda: in un’arena in cui tutti competono e il migliore vince, nasce uno scandalo se il migliore deve assistere chi rimane indietro. Da qui si sviluppa la “questione settentrionale” di cui, infatti, si è parlato parecchio. Anche Fratelli d’Italia, che pure custodiva una certa idea di nazione, l’ha abbandonata dopo l’approdo al governo»...
«Il Sud ormai è sparito la sfida è la tornanza», Veneziani: oggi esistono soltanto le Regioni
Marcello Veneziani, filosofo e saggista, che fine ha fatto la Questione meridionale?
«Non è solo la Questione meridionale ad essere sparita, è proprio il Sud come categoria geopolitica, sociale e culturale che è scomparso. Ci sono solo le regioni e poi lo Stato, l’Europa, il Mondo Globale. O se si parla del sud il riferimento è ai Sud del pianeta. Manca una visione del Sud, e insieme un pensiero e un amore per il Sud».
«Non è solo la Questione meridionale ad essere sparita, è proprio il Sud come categoria geopolitica, sociale e culturale che è scomparso. Ci sono solo le regioni e poi lo Stato, l’Europa, il Mondo Globale. O se si parla del sud il riferimento è ai Sud del pianeta. Manca una visione del Sud, e insieme un pensiero e un amore per il Sud».
La sinistra ha smarrito la propria tradizione meridionalista. Mero scadimento?
«Quando si perde la memoria storica, il senso della continuità tra il passato, il presente e il futuro, il riconoscimento di un’identità e di un’omogeneità storico-culturale del Meridione, si perde la sua realtà con la sua geolocalizzazione. Il mondo procede tra il locale e il globale, la società tra individui solitari e masse: si sono perduti i termini intermedi. La sinistra, come la destra, è ormai figlia di queste mutazioni e di queste dimenticanze»...
«Quando si perde la memoria storica, il senso della continuità tra il passato, il presente e il futuro, il riconoscimento di un’identità e di un’omogeneità storico-culturale del Meridione, si perde la sua realtà con la sua geolocalizzazione. Il mondo procede tra il locale e il globale, la società tra individui solitari e masse: si sono perduti i termini intermedi. La sinistra, come la destra, è ormai figlia di queste mutazioni e di queste dimenticanze»...

