Giovedì 18 Dicembre 2025 | 18:03

Nardò, donna morì folgorata nel giardino del vicino: il proprietario condannato a maxi risarcimento

Nardò, donna morì folgorata nel giardino del vicino: il proprietario condannato a maxi risarcimento

 
Angelo Centonze

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Angelo Centonze

aula di tribunale

Quasi 1 milione di euro in favore del marito e dei figli. Il fatto nel luglio 2019

Giovedì 18 Dicembre 2025, 11:48

Termina con la condanna in primo grado ad un maxi risarcimento in sede civile, il processo sulla tragedia avvenuta il 27 luglio del 2019, in una villetta in contrada Massarei, alla periferia di Nardò in cui persero la vita due donne. Morirono sul colpo, Cinzia Cataldi, 45 anni del posto, moglie di Giuseppe Calignano, 56enne del posto, nelle vesti di detentore dell’immobile, e la vicina, Antonella Antonaci, 51 anni, originaria di Corsano, che cercò di prestare aiuto. Il giudice Biagio Politano della prima sezione civile del Tribunale di Lecce, ha condannato Giuseppe Calignano ad un risarcimento complessivo di quasi 1 milione di euro in favore del marito e dei figli della vicina di casa. Sono assistiti dall’avvocato Anna Sabato. L’imputato è difeso dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Lucio Calabrese che potranno fare ricorso in Appello.

Come scrive il giudice nelle motivazioni della sentenza: «Appare.. impossibile ritenere che la Alemanno – all’epoca del drammatico evento ottantatreenne, saltuariamente presente in casa – possa essere ritenuta in alcuna misura responsabile non solo della peculiare condizione in cui versava l’impianto elettrico ma anche e soprattutto del fatto che esso servisse una linea passante lungo il filo metallico di sostegno avvolto imprudentemente sullo stesso cavo e consecutivamente nel filo stendipanni». E aggiunge: «I dati sopra evidenziati conducono a ritenere di essere a cospetto della responsabilità per la custodia in capo oggi al solo Calignano Giuseppe, effettivo fruitore dell’immobile... Tanto conduce ad escludere ogni possibile condanna degli eredi dell’Alemanno per i danni arrecati al De Paola e ai suoi figli».

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