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L'ex Di Michele: «Lecce in crescita, ma ora servono i gol di Stulic»
«Pesa l’assenza di Krstovic, il serbo deve fare un salto di qualità»
«Per il Lecce, 10 punti in 11 giornate costituiscono un buon bottino, soprattutto se si considera che, avendo ceduto un bomber del calibro di Krstovic, la formazione giallorossa si è indebolita rispetto all’annata scorsa». La pensa così David Di Michele, ex attaccante del club di via Colonnello Costadura nella seconda metà del torneo cadetto 2009/2010, concluso con la promozione, e poi in massima serie, nel 2010/2011, che nella sua carriera ha indossato anche le casacche di Salernitana, Udinese, Reggina, Palermo, Torino, West Ham e Chievo.
Di Michele, che vive nel Salento, in quanto allena l’Ugento, compagine che prende parte all’Eccellenza pugliese, approfondisce l’analisi sul rendimento avuto sino ad oggi dallo schieramento allenato da Eusebio Di Francesco. «Da alcune settimane, ha trovato una notevole solidità - afferma il trainer originario di Guidonia Montecelio, che da calciatore vanta anche 6 presenze in nazionale - Concede pochissimo agli avversari grazie ad una fase di non possesso molto accorta, nella quale tutti fanno bene la propria parte, sacrificandosi per il collettivo. In questo senso si è registrata una crescita esponenziale rispetto alle prime uscite. Il Lecce sa soffrire ed ha dimostrato che, attraverso questa strada, può portare a casa punti pesanti anche nelle sfide più complicate, com’era quella esterna contro la Fiorentina, sia per la caratura della rosa della Viola che per la situazione nella quale si trovano i gigliati».
C’è, però, il rovescio della medaglia: «È costituito dalle grandi difficoltà che la formazione salentina incontra ad andare in rete. In taluni match ha stentato a creare occasioni nitide. In altri ha avuto delle buone opportunità, ma non le ha sfruttate. La differenza rispetto a quando poteva disporre di Krstovic è evidente, in quanto il montenegrino sapeva fare reparto da solo, segnava in prima persona o aiutava l’inserimento dei compagni. Di Francesco dovrà trovare il modo di risolvere questo problema ma, al di là di ciò che potrà proporre l’allenatore, servirà soprattutto un salto di qualità da parte di Stulic».
Il serbo viene da un altro tipo di calcio e sta stentando ad adattarsi a quello italiano: «Può starci, ma deve riuscire ad accelerare la sua crescita. Non è solo una questione di fare “centro”. Una punta deve rendersi utile in qualche modo, dev’essere funzionale al gioco d’assieme. Lui non sempre ci riesce».
Rischia di diventare il classico rompicapo del cane che si morde la coda. Il gol non arriva e tutto si complica a dismisura: «La cosa certa è che un attaccante che non segna soffre. Ed il fatto che tardi a sbloccarsi può creargli nervosismo ed indurlo a giostrare con foga. Ecco perché mi focalizzerei più sulla necessità che entri meglio nei meccanismi della squadra. Se ciò accadrà arriverà anche la prima rete».
L’alternativa a Stulic è rappresentata da Francesco Camarda, che ha segnato un gol prezioso contro il Bologna ed ha sbagliato un rigore pesante contro il Napoli: «Intanto, ha avuto la personalità di calciarlo, il che a 17 anni non è banale. Il ragazzo scuola Milan deve rimanere tranquillo e continuare nel suo processo di maturazione. Avrà le sue chance per dimostrare di valere, ma non è certo su di lui che devono pesare le responsabilità della prima linea del Lecce».
La bella sorpresa è costituita dal centrale difensivo Tiago Gabriel: «Si sta disimpegnando molto bene. Ha buoni numeri ed i mezzi per fare parlare di sé in futuro, ma sento già vociferare dell’interessamento di alcuni top club e mi sembra prematuro. Ha disputato solo una piccola fetta di stagione e per meritare certi palcoscenici è troppo poco. Che si confermi ai livelli attuali sino a fine torneo, proseguendo nel suo percorso di maturazione. Ha tutto il tempo per fare strada».
Alla ripresa delle ostilità dopo la pausa, Wladimiro Falcone e compagni visiteranno la Lazio: «I biancocelesti hanno subito una flessione a causa degli infortuni, ma stanno recuperando gli acciaccati. Dispongono di una rosa di spessore ed hanno mezzi di gran lunga superiori a quelli del Lecce. Sulla carta, si tratta di un match proibitivo. Ma lo era anche quello dell’ultima giornata del campionato 2024/2025 ed invece ha regalato al sodalizio salentino una storica salvezza».
Dell’esperienza che sta vivendo in Eccellenza con l’Ugento dice: «Non pensavo che il livello fosse tanto alto. Società quali Brindisi, Taranto, Bisceglie e Canosa hanno tradizione ed hanno investito tanto pur di primeggiare, ma tutte le compagini sono attrezzate ed organizzate. Ci sono bravi calciatori ed allenatori all’altezza. A noi manca qualche punto che avremmo meritato. La nostra società fa tanti sacrifici e, di recente, ha rinforzato l’organico con quattro innesti mirati».