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Stretta sulla movida a Lecce, dopo la riunione tecnica l'ordinanza di chiusura alle 23 rimane. L’ira degli esercenti

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Stretta sulla movida a Lecce, dopo la riunione tecnica l'ordinanza di chiusura alle 23 rimane. L’ira degli esercenti

Il sindaco: «Non potevo ignorare l’allarme». I commercianti: «Non siamo criminali e così ci fate fallire». C’è chi pensa a un ricorso al Tar

Giovedì 15 Maggio 2025, 12:43

LECCE - «Siamo stufi di sentire parlare di “malamovida”, siamo stati sbattuti come dei mostri sui giornali, ma noi siamo solo dei capri espiatori».

I titolari dei “locali notturni” di via Ascanio Grandi e via Maremonti hanno spiegato le loro ragioni davanti alla Prefettura prima di salire nella sala delle conferenze dove, ieri pomeriggio, hanno incontrato il prefetto, Natalino Manno, il sindaco Adriana Poli Bortone, l’assessore alla Mobilità Giancarlo Capoccia e altri loro colleghi, insieme ai rappresentanti delle associazioni di categoria.

L’ordinanza che impone la chiusura, alle 23 tutti i giorni e alle 24 venerdì e sabato, in due vie del centro storico leccese interessate da frequenti disordini e risse viene vissuta come una vera ingiustizia dai proprietari dei locali.

«Chiudere così presto significa rischiare di fallire - spiega Franco, il gestore del noto locale “Paolone” - Non possono ritenerci responsabili di tutto quello che accade fuori dall’attività: io già faccio il buttafuori, pulisco le strade. Devo stare attento all’ordine pubblico? Non sono le forze dell’ordine a doverlo fare? Noi facciamo girare l’economia anche dei residenti del centro storico, che ci affittano i locali e poi chiamano la polizia alle 21, se sentono un po’ di chiasso».

Il sindaco Adriana Poli Bortone ha ascoltato tutti, ma ha spiegato che non poteva ignorare gli appelli dei residenti e l’allarme delle forze dell’ordine per lo stato di degrado e di insicurezza che si era creato in quell’area. Anche se non c’è stata una chiusura totale, per ora l’ordinanza non sarà ritoccata: tra i gestori dei locali c’è chi pensa al ricorso al Tar.

Gli esercenti hanno assicurato di aver sempre rispettato le regole, anche quelli di via Paladini, altra area interessata dalla “dolce vita” notturna leccese. A tutti è stato spiegato che la nuova modifica al regolamento che la maggioranza adotterà imporrà uno scrupoloso rispetto delle regole: le sanzioni previste (che ricalcano quelle della legge regionale) spaziano da multe fino a 3mila euro alla sospensione in caso di recidiva, fino alla revoca dell’autorizzazione.

«D’accordo sull’ordinanza per il rispetto delle regole, ma quella che accorcia gli orari per due vie del centro è una stangata ingiusta - ha sottolineato Giovanna Conte, titolare di Tacco 12, locale di via Maremonti - Stiamo ancora facendo tanta fatica a riprenderci economicamente dopo il periodo del covid. È un brutto momento per la nostra economia e per la nostra immagine: descriverci come “malamovida” è un danno per Lecce e per il turismo. Io ho sempre rispettato le regole, perché devo essere punita così? Io oggi chiedo che ci lascino lavorare, che facciano più controlli e che mettano più telecamere. Ci mettiamo a disposizione anche per pagare dei vigilantes. Se qualcuno sbaglia deve pagare, ma non si può dalla mattina alla sera chiudere due vie senza alcun confronto».

Alcuni titolari di locali nelle vie colpite dalle chiusure anticipate sono affranti, dicono di aver letto dell’ordinanza sui giornali senza preavviso, di sentirsi trattati diversamente dai loro colleghi, di non poter installare i dehors. «Chiediamo al sindaco di mettersi la mano sul cuore perché qui ci sono delle famiglie che hanno investito tutti i loro risparmi per lavorare. Se ci hanno autorizzati, ora devono darci la possibilità di lavorare».

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