Sanità

Lecce, «Ospedali in affanno, servono 150 operatori socio-sanitari»

Maddalena Mongiò

Urge l’assunzione per colmare i vuoti di organico in tutti gli ospedali del Salento. Perrone (Fsi-Usae): incarichi temporanei in attesa del concorso

LECCE - Urge l’assunzione di 150 operatori socio-sanitari per colmare i vuoti di organico in tutti gli ospedali del Salento. In particolare sofferenza i reparti di Medicina, Chirurgia, Geriatria, Lungodegenza, che accolgono pazienti con alto bisogno di assistenza. La constatazione con annessa richiesta, quasi «perentoria», arriva dal segretario regionale e territoriale della Fsi-Usae, Francesco Perrone, che a fronte della criticità in cui si trovano gli ospedali di Lecce e provincia, a gestione diretta Asl, chiede alla direzione strategica dell’azienda sanitaria salentina (direttore generale Stefano Rossi, direttore sanitario Maria Nacci, direttore amministrativo Yanko Tedeschi) di bandire con urgenza (come già fatto da altre Asl pugliesi) un avviso di manifestazione d’interesse per il conferimento di incarichi temporanei nel profilo professionale di operatore socio-sanitario in sostituzione di personale assente a vario titolo in tutti gli ospedali e i Punti Territoriali di Assistenza, in attesa del concorso unico regionale che sarà gestito da Asl Foggia e che, se tutto andrà per il verso giusto, sarà definito entro la fine del 2025.

«La carenza di OSS è più grave del previsto – sottolinea Perrone – in particolare nelle unità operative di tutti i presidi ospedalieri di Asl Lecce che hanno in reparto pazienti fragili. In relazione agli standard ideali, contemplati nei profili delle piante organiche, mancano fra il venti e il venticinque per cento degli operatori socio-sanitari necessari alla Asl Lecce e la necessità inderogabile di assunzione di almeno 150 unità di questa figura professionale. La mancanza degli OSS tocca tutti i presidi ospedalieri e PTA di Asl Lecce».

A supporto della necessità di assunzione, Perrone aggiunge: «In alcune occasioni viene chiesto agli operatori socio-sanitari di occuparsi del proprio reparto e di quelli rimasti sguarniti della presenza di un OSS. Questo avviene in particolare durante le ore notturne. È gravissimo. È fondamentale riconoscere il valore del personale socio-sanitario per garantire una corretta assistenza socio-sanitaria all’interno di ogni singola struttura operativa di Asl Lecce per raggiungere i livelli essenziali di assistenza e ridurre il demansionamento del personale infermieristico. Come Fsi-Usae Lecce chiediamo un intervento immediato per attivare un avviso di manifestazione d’interesse per il conferimento di incarichi temporanei nel profilo professionale di operatore socio-sanitario in sostituzione di personale assente a vario titolo, per affrontare questa gravissima emergenza».

Contestualmente Perrone chiede anche il riconoscimento del servizio mensa o del buono pasto a medici e personale non medico. Al momento Asl Lecce è l’unica che non riconosce questo diritto e Perrone insiste: «A luglio 2020 il Consiglio regionale pugliese approvava una mozione che “impegnava la Giunta a vigilare” affinché in tutte le Asl fossero applicate tempestivamente e in maniera uniforme “le previsioni inerenti le modalità di organizzazione e fruizione del servizio mensa, nonché le modalità di erogazione dei buoni pasto. Tale beneficio viene riconosciuto e garantito nella Regione Puglia, ma al momento escluso solo nella Asl di Lecce».

Così Perrone richiede ad Asl Lecce perché «è opportuno che la nostra Asl esca dal perimetro dell’attesa per l’applicazione di un istituto contrattuale e determini il giusto riconoscimento che merita, evitando discriminazioni tra i lavoratori».

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