la mostra
Lecce, «L'arte di eternare il vero»: 31 Nature Morte di 25 pittori salentini arricchiscono il centro storico
Nell’ex chiesa rinascimentale intitolata a San Sebastiano, oggi sede della Fondazione Palmieri, in vico dei Sotterranei
LECCE - L’itinerario turistico-culturale del centro storico di Lecce, si arricchisce della mostra “L’arte di eternare il vero”, con le trentuno Nature Morte di 25 pittori salentini attivi soprattutto fra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del secolo successivo, più altri nove viventi.
Ad ingresso gratuito ed orari 10-13 e 16.30-20, si tiene nell’elegante ed unica navata dell’ex chiesa rinascimentale intitolata a San Sebastiano, oggi sede della Fondazione Palmieri, in vico dei Sotterranei, alle spalle di piazza Duomo. Curata dal collezionista e ricercatore leccese Valerio Terragno, che da anni si prodiga per la conoscenza e la valorizzazione degli artisti salentini, presenta i lavori dei maestri Luigi Ammassari, Nino Balzani, Oronzo Barba, Carlo Barbieri, Tonino Caputo, Virgilio Carotti, Vincenzo Ciardo, Temistocle De Vitis, Vittorio Dimastrogiovanni, Ezechiele Leandro, Michele Massari, Giancarlo Moscara, Giulio Pagliano, Geremia Re, Lino Paolo Suppressa ed Ugo Tapparini, oltre, appunto, ai viventi Nino Baldassarre, Pierre Boà, Lucio Calogiuri, Bruno Maggio, Marcello Malandugno, Antonio Massari, Ercole PIgnatelli, Antonio Scupola e Luigi Spanò (suo l’olio del 1973 raffigurato nell’articolo).
Sulle pareti della chiesa dove spiccano affreschi del XVI secolo ed un mirabile “ciborio”, sono diciassette oli su tela, un olio su tela di sacco, tre oli su compensato, altri tre su tavola, uno su faesite e tre su cartone, ed ancora, una tempera su carta, un assemblaggio di ferri, lamiera e legno, ed un raro ferro ed olio su cartone, del già citato Leandro, l’artista di San Cesario, conosciuto anche come “il pittore primitivo”.
Eseguita a mosaico, intarsio marmoreo ed affresco già in tempi antichi, soprattutto in dimore e luoghi di culto greci e romani, la Natura Morta fiorisce sul finire del Cinquecento, specie in Spagna, nelle Fiandre ed in Italia, dove fra tutti si distingue il tratto pittorico di Michelangelo Merisi detto “Il Caravaggio”. Sino ai secoli XIX e XX, a darle lustro sono poi i napoletani Giuseppe Recco e Paolo Porpora ed i lombardi Evaristo Baschenis e Giuseppe Arcinboldo, mentre in epoca più recente, spiccano Giorgio Morandi, Filippo De Pisis, Giorgio De Chirico, Paul Cézanne e Pablo Picasso.
Nella mostra leccese, che preceduta dal “Concerto di Natale” la sera di domenica 15 dicembre, chiuderà il giorno successivo, lunedì 16, nel solco della tradizione attinta dai modelli figurativi napoletani dell’Ottocento, che raffigurano soggetti inanimati a volte affiancati a paesaggi e figure umane, le opere scelte da Terragno rappresentano composizioni floreali o nate dall’assemblaggio di frutti, cacciagione ed oggetti di uso quotidiano, ma anche lavori ispirati alle avanguardie del Novecento.