La storia

«Canto in radio per i bimbi malati come me»: il cuore del 13enne Mattia Mazzotta, da Lecce a The Voice Kids

Bianca Chiriatti

Affetto da una patologia alla tibia che l'ha costretto a tanti interventi chirurgici, è appassionato di Al Bano e seguito dal vocal coach Tony Frassanito. Ma soprattutto è una delle voci dell'emittente dell'ospedale Gaslini di Genova, dove a lungo è stato in cura

LECCE - Se avesse potuto, avrebbe fatto il calciatore, sognando di diventare portiere come il cuginetto: Mattia Mazzotta, 13 anni, di Calimera (Le), nel cuore della Grecìa Salentina, tifa Milan (e Lecce, naturalmente), ma il suo sogno è stato stroncato alla nascita dall'emimelia tibiale, malattia che colpisce un neonato su un milione. Per spiegarla in maniera semplice, è una patologia che non fa crescere correttamente una o entrambe le tibie, in alcuni casi l'osso non si forma proprio.

Niente calcio, dunque, ma la vita di Mattia e della sua famiglia ha conosciuto una grande gioia, coronata dalla passione per la musica: il ragazzo, infatti, ha partecipato all'ultima edizione di The Voice Kids, andata in onda su Rai 1. Accompagnato dall’inseparabile mamma Roberta e dal maestro e vocal coach Tony Frassanito, non è arrivato in finale, in quanto le squadre erano già formate, ma la sua storia ha commosso il pubblico. Dopo sette interventi chirurgici (il prossimo in arrivo, tutti per allungare e bilanciare gli arti), ha deciso di prestare la sua straordinaria voce al servizio della radio dell’ospedale pediatrico «Gaslini» di Genova, dove è stato a lungo seguito, per allietare la degenza di altri bambini come lui.

(Mattia insieme al maestro Tony Frassanito)

È mamma Roberta a raccontare la sua storia alla «Gazzetta», con la forza di una donna che già durante la gravidanza ha scoperto la malattia: «È curabile, e già questo è stato un dono - ci confida - la sua patologia non si risolve, si può solo operare, e se poi ci si stanca di dolori e lunghe riabilitazioni si mettono le protesi». Come ha fatto Simone Barlaam, campione paralimpico nel nuoto e grande idolo di Mattia, che ha inevitabilmente rinunciato al calcio e pratica questo sport.

La passione per la musica, invece, l’ha ereditata da piccolo e la porta avanti con impegno: dopo le scuole medie vorrebbe frequentare il liceo musicale, e da bambino la nonna, per calmarlo dai dolori causati dai ferri, gli faceva ascoltare le canzoni di Al Bano. «Nei lunghi viaggi in macchina verso la Liguria lui non faceva altro che cantare - continua Roberta - e due anni fa Carrisi ci ha anche invitato nella sua tenuta, dopo essere venuto a conoscenza della storia di Mattia. Hanno duettato insieme, è stato un bel momento».

(l'esibizione sul palco di The Voice Kids)

Una passione forte, insomma, che continua ancora oggi, tutti i mercoledì, giorno in cui il giovanissimo si collega via web e canta per i piccoli pazienti dei reparti del «Gaslini»: «Il giorno dell'inaugurazione del padiglione di Radio Fra le Note, da un'idea del sacerdote-dj Don Roberto Fiscer - confessa Roberta - eravamo lì, e Mattia ha intonato proprio una canzone di Al Bano. È uscito perfino il direttore dell'ospedale, che si fa vedere solo nelle grandi occasioni. È stato emozionante». Tutte le settimane si connette e canta per i degenti, o invia registrazioni delle sue cover. A Sogliano Cavour, nel Leccese, invece, è seguito dal vocal coach Tony Frassanito: «A differenza dei coetanei ama la grande musica italiana - racconta quest'ultimo - Per lui cantare è stata quasi una terapia: non c’è stato un giorno che i dolori alle gambe, anche forti, gli abbiano impedito di venire a lezione».

È stato importante, infatti, per mamma Roberta non far crescere Mattia sotto una campana di vetro: «Sono stufa delle sale operatorie - prosegue - ho cercato di regalare a mio figlio una vita per quanto possibile normale. È stato recentemente a Roma a cantare per Telethon, e The Voice, un’esperienza meravigliosa». A cui nonostante il mancato arrivo in finale si è approcciato in maniera matura, come continua Frassanito: «Ai ragazzi insegno che è un gioco, arrivare tra i 24 selezionati su un migliaio di concorrenti è un enorme traguardo. Preferisco che si concentrino a imparare a usare la voce o ad accompagnarsi al piano: non è una finale che ti fa diventare professionista. Con Mattia alla fine della performance ci siamo abbracciati e abbiamo detto “Ripartiamo da qui”».

(in collegamento con la radio del Gaslini)

Una vita non facile per un 13enne, ma che grazie all’amore della famiglia e alla passione per la musica, Mattia riesce a condurre in serenità: «Non sarà facile affrontare un altro intervento - conclude la mamma - ma sa di essere fortunato: a differenza di tanti ha ancora la sua tibia, poi da grande deciderà lui. Devo ammetterlo, sta crescendo bene: vorrebbe aprire una struttura gratuita per anziani dove possano divertirsi. Mentre con varie associazioni che uniscono le famiglie che vivono situazioni come la nostra, siamo al lavoro per un protocollo di sostegno psicologico alle mamme che scoprono in gravidanza questa e altre malattie. A me dissero che Mattia doveva morire: dopo 13 anni siamo ancora qui, con coraggio. Non voglio che altre donne vivano il mio stesso calvario». 

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