Verso il voto

Nel Pd c’è chi apre il processo al sindaco Salvemini: «Stiamo perdendo Lecce»

Pierfrancesco Albanese

Tensione sempre più palpabile nel centrosinistra ora che si avvicina il tempo delle scelte. Stefanazzi getta acqua sul fuoco: «Il candidato è Carlo ma disponibile alle primarie»

LECCE - Che la tensione sia palpabile tra le fila del centrosinistra, ora che il tempo delle scelte si avvicina, è storia nota. E a dire di acque particolarmente agitate concorrono diversi fattori. Specie tra chi, a torto o a ragione, è considerato l’architrave della coalizione: il Partito democratico. Che adesso ragiona sui nomi. Anche alternativi all’attuale sindaco, Carlo Salvemini, su cui pesa l’umore di una fronda di scontenti.

C’è chi – in attesa delle decisioni previste per il 10 settembre, giorno del passaggio assembleare cittadino in cui i dem diranno se e come sia possibile pensare a un nome in grado di contendere la leadership dell’area a Salvemini – si pronuncia apertamente contro il primo cittadino. Passaggio – per bocca degli stessi interlocutori – operato anche nel vertice di maggioranza andato in scena mercoledì. Quando, riferiscono, nel confronto col sindaco non si è mancato di sottolineare lo scontento registrato anche in città.

«Stiamo perdendo la città. Sta facendo tutti i vertici adesso, ma finora non ha coinvolto nessuno e di questo stiamo risentendo. La gente non ci ama, si è sgretolato il consenso. Ma il problema è lui, non il centrosinistra. Non è una valutazione sulla persona, ma un ragionamento politico». Le parole - nette ed inequivocabili – provengono da un pezzo da novanta del Pd, fra i presenti alle Officine Cantelmo per il lancio della festa dell’unità regionale prevista per i primi di settembre a Torre Suda. Un’occasione che diventa buona per discutere - prima e a margine dell’incontro - sul da farsi in vista delle amministrative. Specie dopo l’operazione compiuta dai maggiorenti del partito: che – raccontano dall’interno – avrebbero sondato l’indice di gradimento di Salvemini, riscontrando un umore tutt’altro che positivo.

Il campanello d’allarme sarebbe giunto da allora. E, per dire del clima agitato, basti registrare la posizione emersa tra i maggiorenti del gruppo, intenti a confrontarsi sulle dinamiche interne all’area nei crocicchi della città: «Salvemini è il più forte del centrosinistra? Bene, allora faccia le primarie e le vinca. Così lo votiamo tutti». Parola di un luogotenente del partito. Condivisa da gran parte del gruppo.

D’altronde, della posizione ufficiale del Pd – quella di misurarsi nelle primarie per serrare le fila della coalizione – non si è mai fatto mistero: almeno da quando una delegazione dei dem – composta dalla vicesegretaria nazionale del Pd Loredana Capone, dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’onorevole Claudio Stefanazzi - si è presentata alla corte di Salvemini per esprimere la voluntas del partito. Sfida interna e poi il migliore faccia a faccia con il centrodestra nella contesa elettorale, in sostanza. Un mantra ripetuto a più riprese nelle discussioni della giornata di ieri.

Il presidente della provincia Minerva preferisce non parlare: «Di Lecce – ha affermato - parlino i rappresentanti di Lecce». Mentre Claudio Stefanazzi, pur pronunciandosi, non si sbottona. «La coalizione sta facendo uno sforzo di sintesi. Non è semplice, però noi siamo molto fiduciosi. Abbiamo un candidato al momento che si chiama Carlo Salvemini, il quale ha dato disponibilità a fare le primarie. Io sono personalmente convinto che le primarie sono uno strumento straordinario di partecipazione, servono a dare entusiasmo purché siano vere e si facciano con candidati veri. Stiamo lavorando per comprendere se ci siano queste possibilità. È un passaggio che serve a tenere insieme una maggioranza che come è normale che sia ha idee non sempre coincidenti. Credo però, come ha detto Carlo, che se ci sono delle condizioni per aggiungere un competitor in grado di arricchire quello che stiamo facendo come coalizione è cosa buona».

Questi competitor ci sono? «No – dice Stefanazzi - al momento». Delli Noci? «Ha chiarito che ha un percorso politico diverso, tracciato ormai, e in politica non si fanno mai passi indietro in termini della progressione politica. Spero che il 10 settembre escano i nomi alternativi e si faccia sintesi: o ci sarà un’adesione nei confronti di Salvemini o ci sarà l’indicazione di un percorso per fare le primarie e a quel punto chi vuole candidarsi deve venire fuori». Quello di Delli Noci è un nome che circola sempre. Come riportato ieri dalla Gazzetta. Ma fonti a lui vicine ribadiscono che la posizione dell’assessore regionale è quella espressa nelle sedi ufficiali: ossia che il candidato resta Carlo Salvemini. Mentre ambienti vicini al sindaco respingono con forza l’ipotesi di un avvicendamento tra il primo cittadino e il suo ex vice.

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