Dal Leccese

Leuca, madre Elisa Martinez è beata: «Sollecita nella carità e nell’accogliere i poveri»

Mauro Ciardo

Angiuli: «È una festa tutta salentina». Il saluto alla famiglia che ha ricevuto il miracolo

SANTA MARIA DI LEUCA - Madre Elisa Martinez è ufficialmente beata e sarà celebrata ogni anno l’8 febbraio, ricorrenza della sua morte.

Con una solenne celebrazione eucaristica che si è svolta ieri mattina davanti alla basilica pontificia “De Finibus terrae”, il cardinale Marcello Semeraro ha elevato agli onori degli altari la fondatrice della congregazione delle suore Figlie di Santa Maria di Leuca, nata a Galatina nel 1905 e morta nella casa generalizia di Roma nel 1991, dopo aver aperto decine di sedi in tutto il mondo a favore degli emarginati, specialmente ragazze madri e soggetti fragili.

Il prefetto del dicastero vaticano per le cause dei santi, affiancato dal vescovo di Ugento monsignor Vito Angiuli e dal postulatore monsignor Sabino Amedeo Lattanzio, ha letto la lettera apostolica di Papa Francesco prima che l’immagine della beata venisse scoperta sulla facciata della basilica.

«Totalmente fiduciosa nella divina Provvidenza, sollecita nella carità e premurosa nell’accogliere i poveri – il passaggio di Bergoglio fulcro della lettera - d’ora in poi sia chiamata Beata».

Subito dopo il rito della beatificazione, sull’altare è giunta la reliquia di madre Elisa, una costola prelevata dal suo corpo che ora si trova perennemente esposto nella casa generalizia di via Tiberina. Semeraro l’ha quindi incensata soffermandosi in preghiera. A lui si sono uniti tutti i vescovi di Puglia presenti e il cardinale Fernando Filoni.

«Siamo grati e riconoscenti al successore dell’apostolo Pietro, Papa Francesco – l’intervento di Angiuli, che ha salutato il porporato insieme all’attuale superiora suor Ilaria Nicolardi - rendiamo grazie al Padre di Gesù Cristo e Padre nostro, al Dio tre volte santo e innalziamo l’inno di lode per aver proclamato beata la venerabile Serva di Dio Elisa Martinez. A questa celebrazione dal respiro universale non manca la tonalità propriamente salentina. Per certi versi potremmo dire che è una festa tutta salentina».

Letture in inglese, francese, spagnolo, portoghese e vietnamita si sono alternate ai canti in italiano e latino.

«Il Santo Padre Francesco – ha detto Semeraro nel corso dell’omelia - ha avuto modo di ricordare che Dio non fa i santi in laboratorio, ma li costruisce in grandi cantieri, in cui il lavoro di tutti, sotto la guida dello Spirito Santo, contribuisce a scavare profondo, a porre solide fondamenta e a realizzare la costruzione, ponendo ogni cura perché cresca ordinata e perfetta, con Cristo come pietra angolare. È la prima volta che una simile liturgia è celebrata nella nostra terra e questo può diventare per tutti noi un segnale, un richiamo, un invito pressante a essere santi».

Particolare emozione ha suscitato il saluto di Angiuli alla famiglia Tanfani di Loreto (Ancona), la cui bambina è frutto del miracolo attribuito a madre Elisa. La piccola è nata il 19 marzo 2018 nell’ospedale di Rimini dopo una gravidanza ritenuta impossibile, per via di una serie di gravi problemi come una trombosi e la mancanza di liquido amniotico.

Il piazzale Giovanni XXIII davanti alla basilica era strapieno. Spiccavano le centinaia di suore con abito bianco e fascia celeste arrivate in questi giorni da tutto il mondo (la congregazione si è diffusa oltre che in Europa anche in vari paesi del globo come Canada, India, Filippine, Vietnam, Indonesia e Messico, gli abiti tradizionali dei confratelli giunti da tutte le parrocchie della diocesi ugentina e le fasce tricolore di un nutrito gruppo di sindaci salentini, che hanno preso posto dietro ad autorità come il Ministro per gli affari europei Raffaele Fitto, l’assessore regionale alla sanità Rocco Palese, il consigliere regionale Antonio Gabellone, il viceprefetto Marilena Sergi, il vicepresidente della Provincia Antonio Leo, il vicequestore Salvatore Federico, il procuratore della Corte dei Conti della Basilicata Vittorio Raeli e il console onorario d’Italia a Lourdes Franco Santi.

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