L'intervista

Il violino di Giuseppe Gibboni stasera al Teatro Apollo di Lecce

Maria Agostinacchio

Per il programma della Camerata musicale l'unica tappa in Puglia per il vincitore del premio «Paganini»

Rientro in grande stile della Camerata Musicale Salentina che ha organizzato, unica data in Puglia, il concerto di Giuseppe Gibboni, vincitore del premio Paganini edizione 2021 che si esibirà questa sera alle 18 al teatro Apollo di Lecce, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica Pugliese diretta per l’occasione da Pietro Borgonovo. L’evento nasce dalla collaborazione della Camerata Musicale Salentina dell’Associazione Auditorium e della OFP di Molfetta. In programma l’Ouverture da “L’Italiana in Algeri” di Rossini, il Concerto per violino e orchestra n. 1 di Paganini e la Settima Sinfonia di Beethoven. Il 24 ottobre rimarrà una data fondamentale per la carriera del giovane musicista salernitano che si è aggiudicato il premio Paganini, che dopo 24 anni è ritornato nelle mani, meglio nelle corde di un musicista italiano dopo i grandi nomi di Salvatore Accardo (1958), del leccese Massimo Quarta (1991) e di Giovanni Angeleri (1997).

“Giuseppe Gibboni, italiano, nato nel 2001 suona uno strumento Balestrieri del 1752. Esegue di Paganini il Concerto n.1 re maggiore opera 6 cadenza Sauret”. Con questa presentazione è iniziato ilconcerto finale al premio Paganini. Immagino il battito del suo cuore da “veloce” a “prestissimo”.

Un’emozione straordinaria. È il sogno per cui mi sono preparato da tutta la vita. Una gara molto intensa con prove che durano dieci giorni. Ho dedicato questo ultimo anno a Salisburgo a prepararmi studiando non meno di 5-6 ore ed esercitandomi su musica proveniente da mondi diversi, da Bach a Brahms al contemporaneo. Ma questa passione parte da molto lontano: avevo 3 anni quando ho suonato il violino per la prima volta, prendendo come esempio mio padre, violinista, che ancora rimane il mio musicista di riferimento. Ho respirato musica da bambino grazie a mio padre, a mia madre, pianista e anche le mie sorelle gemelle suonano il violino.

Accardo ha più volte definito il concetto di virtuosismo “Si pensa sempre che il virtuosismo sia qualcosa di “negativo.” “Virtuoso” deriva da “virtù“: si ha, quindi, una virtù e questa virtù, la porti ai grandi cantabili espressivi.” Questa sera le sarà impossibile non essere “virtuoso”.

Eseguirò il Concerto per violino e orchestra n. 1, lo stesso componimento musicale che mi ha portato al premio Paganini, divenuto il mio cavallo di battaglia, una pagina straordinaria del maestro che racchiude slanci melodici e passaggi turbinosi e brillanti, molto complessa tecnicamente: la difficoltà è proprio nel far emergere la musica aldilà della tecnica.

Abitualmente suona un violino del 1752di Balestrieri,allievo a Cremonadi Stradivari, mentre dopo la vittoria genovese le è stato affidato il celeberrimo violino Guarneri del 1743, strumento prediletto da Niccolò Paganiniche lo battezzò “il Cannone”.

È uno strumento conservato benissimo, intatto nella foggia e nel suono: un privilegio suonarlo. Non ho preferenze e convengo con la scelta dei violini in relazione ai brani da suonare: certamente “il cannone” ha una pienezza di suono capace di trasmettere tutta la tensione emotiva del concerto.

In che modo pensa di ringraziare Paganini?

Suonando bene la sua musica.

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