In Puglia e Basilicata
ACCADDE OGGI
La «Macchina del Tempo»
22 Giugno 2022
Annabella De Robertis
È il 22 giugno 1950. L’Italia è in piena fase di Ricostruzione. C’è voglia di ripartire, anche dalla cultura. Su La Gazzetta del Mezzogiorno si annuncia che circa 740 milioni di lire saranno investiti per ammodernare e incrementare il patrimonio delle biblioteche di Puglia e Basilicata. I fondi provengono dall’Erp, l’European Recovery Program, il piano di aiuti messo in atto dagli Stati Uniti per risollevare le economie dei paesi europei devastati dal conflitto: di apparecchi per la disinfestazione dei locali e dei libri, di microscopi per le ricerche, di macchine fotografiche saranno finalmente dotati i nostri luoghi di cultura.
La Soprintendenza bibliografica è già riuscita a rimettere in funzione, pochi anni dopo la fine della guerra, le numerose biblioteche sparse in tutto il territorio: «Accanto all’incremento librario ve n’è anche uno che riguarda i lettori. A Bari alla Consorziale i lettori hanno toccato una punta massima di 200 al giorno e forse sarebbero molto di più se la Biblioteca non avesse le note deficienze di locali; a Matera la frequenza dei lettori è passata da cinque al giorno a 70-80; a Taranto si è raggiunta una media pur essa giornaliera di 80-100 contro i dieci del 1946; a Foggia la Biblioteca provinciale, riaperta al pubblico nella primavera del 1949, ospita ogni giorno una media di 100 lettori contro i dieci del periodo iniziale della sua rinnovata attività».
E sul fronte della valorizzazione? «Un lavoro di continua ricognizione viene compiuto dal Sovrintendente spesso in lontani paesini, sempre alla ricerca dei cosiddetti “tesori nascosti” che dovrebbero essere accentrati nelle più importanti istituzioni bibliografiche della circoscrizione per una migliore valorizzazione». Non solo, si annuncia una grande rivoluzione: «Facendo centro sulla Biblioteca Consorziale di Bari, si vuole operare una nuova catalogazione del materiale librario esistente nelle varie biblioteche di circoscrizione, associando a quest’opera un certo numero di biblioteche. Questo sarebbe il primo passo verso la costituzione di un catalogo unito nazionale che è già in funzione nei principali paesi d’Europa e d’America».
«Grandi cose si sognano dunque per queste istituzioni bibliografiche in quel modesto ufficio di via Calefati che è la Soprintendenza. D’altra parte il potenziamento che gli studi universitari hanno ricevuto nella nostra città pone il problema delle biblioteche», si legge sul quotidiano. In un Paese in cui ancora si stenta a riprendersi dal duro conflitto e da vent’anni di regime, «le esigenze della cultura non sono seconde ad altre che più urgono per il loro stesso carattere pratico».
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