«Il giudice Forleo va trasferita»

ROMA - Il giudice per le indagini preliminari di Milano Clementina Forleo (pugliese, originaria di Francavilla Fontana, 45 anni) ha «una notevole propensione a condotte vittimistiche e una marcata carenza di equilibrio», inoltre i suoi atteggiamenti denotano una tendenza alla «personalizzazione delle vicende processuali a lei affidate (soprattutto quelle aventi forte carattere mediatico)». Lo sottolinea la Prima Commissione del Csm nella relazione finale con la quale propone al plenum del Palazzo dei Marescialli di trasferire da Milano la Forleo in relazione alle dichiarazioni rese ad "Anno zero" e a quelle sul presunto insabbiamento di provvedimenti sulle indagini delle scalate bancarie.

A favore del trasferimento hanno votato cinque componenti su sei.
In particolare, ad avviso della Prima Commissione del Csm, gli atteggiamenti del giudice Forleo sono «tali da determinare contrasti, conflitti e sospetti nei confronti dei magistrati di uffici con lei in contatto anche nella sede giudiziaria milanese». Inoltre, «questa abnorme personalizzazione insieme alla già segnalata carenza di equilibrio è confermata - prosegue la Prima Commissione - anche da altre vicende risultanti dagli atti (quali i rapporti conflittuali o comunque difficili all'interno dell'ufficio e con il personale amministrativo e la vicenda processuale relativa al procedimento contro Bentiwaa Farida che ha, infine, condotto alla ricusazione della Forleo da parte del procuratore aggiunto di Milano Spataro e accolta dalla Corte di appello di Milano)».
Tra le persone con i quali la Forleo ha intrattenuto rapporti alterati la Prima Commissione segnala il presidente del Tribunale di Milano, il presidente facente funzione dell'ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, alcuni uffici dei giudici per le indagini preliminari ed il procuratore generale presso la Corte di appello di Milano.
In conclusione il trasferimento della Forleo - sul quale deciderà il plenum - è richiesto a seguito delle dichiarazioni rese dal magistrato pugliese «in trasmissioni televisive o alla stampa in ordine all'esistenza di "poteri forti" che, anche per il tramite di soggetti istituzionali, avrebbero interferito sull'esercizio delle sue funzioni giurisdizionali e dei rilievi mossi ai pubblici ministeri preposti alle indagini per la cosiddetta "scalata Bnl", tesi a manifestare dapprima "allarme" per un asserito rallentamento delle indagini e poi "protesta" per un supporto insabbiamento in corso».
La Prima Commissione ha invece disposto l'archiviazione della procedura nei confronti della Forleo per le dichiarazioni rese con riferimento alle indagini svolte a Brindisi «su molestie e danneggiamenti subiti dai genitori nel periodo immediatamente precedente il decesso degli stessi in incidente stradale». L'archiviazione della procedura è stata richiesta anche per le dichiarazioni rese dalla Forleo nel convegno organizzato dalle Camere penali a Milano, il 20 gennaio 2007, sull'appiattimento tra giudice per le indagini preliminari e Pubblico ministero.

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