Crack Parmalat - Interdetto Cesare Geronzi, presidente di Capitalia

ROMA - Scossone al vertice di Capitalia sugli strascichi del crac Parmalat: a pochi giorni dalla chiusura delle indagini sullo scandalo che ha travolto il gruppo di Collecchio, il presidente della banca di Via Minghetti, Cesare Geronzi, è stato interdetto dalle sue funzioni direttive. Il motivo: pericolo di reiterazione del reato. Una doccia fredda piombata sul numero uno di Capitalia che non sembra però aver scalfito la sua posizione all'interno della banca. Immediata è stata infatti la convocazione di un Cda straordinario che ha rapidamente fatto quadrato attorno al presidente ribadendo nei suoi confronti fiducia e solidarietà unanimi. E fiducia e solidarietà è stata espressa anche dal patto di sindacato.
Il provvedimento di interdizione temporanea di Geronzi è stato deciso dal Gip di Parma Pietro Rogato nell'ambito del procedimento che risale al 2002 relativo alle vicende Parmatour (finanziamenti concessi nei primi anni 2000 al gruppo turistico di Tanzi) e Acque Ciappazzi (che Tanzi acquistò dall'allora gruppo Ciarrapico dietro la regia, secondo l'accusa, proprio del presidente di Capitalia). Nell'inchiesta il numero uno dell' istituto romano è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta e usura. Nell'ordinanza il Gip di Parma scrive anche che Geronzi fece entrare Tanzi nel cda di Capitalia con la volontà di «proteggerlo», «proprio quando il disastro del turismo era ormai imminente».
Dai piani alti di Capitalia fanno sapere comunque che la situazione è stata immediatamente presa in mano e che, nonostante l'assenza forzata del presidente, il management è compatto e coeso e la banca va avanti per la sua strada, senza alcuna deviazione dalla strategia concordata tra lo stesso Geronzi e l'amministratore delegato Matteo Arpe. Una strategia che, come annunciato proprio pochi giorni fa da Arpe, vede la banca aperta a possibili alleanze, ma solo se basate su piani industriali precisi e credibili e in nessun modo ispirate da un atteggiamento difensivo. L'andamento odierno del titolo in borsa, aumentato del 2,49% a 6,3 euro, fanno notare le stesse fonti, è stato in linea con quello delle principali grandi banche, a conferma della stabilità dei suoi investitori. E tra i soci, l'amministratore delegato di Fondiaria-Sai, Fausto Marchionni, ha ribadito oggi che intende «dare seguito» al progetto di aumentare la propria quota in Capitalia e che l'interdizione di Geronzi «non cambia nulla».
Dopo la notifica del provvedimento, avvenuta ieri sera tra le 19 e le 20, in Via Minghetti le riunioni tra il top management sono andate avanti fino a tarda notte e stamani, dopo la comunicazione della notizia alla Borsa, agli investitori e alle istituzioni, lo stesso Geronzi ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali di impugnare il provvedimento».
Nonostante nella banca romana il management si sia impegnato a non cambiare nulla della propria strategia, alcuni tra gli analisti scommettono su un'inevitabile conseguenza dell' interdizione di Geronzi sullo spostamento delle caselle del risiko bancario. Il sentiment è infatti che la temporanea uscita di scena del presidente di Capitalia, potrà rallentare i processi di integrazione che vedono la sua banca al centro dell'attenzione dell'universo creditizio, in particolare per un ipotetico abbraccio con Banca Intesa. Ma c'è anche chi si dice convinto che, con l'uscita di Geronzi, Capitalia diventa una preda più contendibile.
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