Omicidio ex-questore: un fermo
ANDORA (SAVONA) - Durante la vita ha amato trovare spazio sulle prime pagine dei giornali e per una beffa della sorte anche la sua morte ha seguito quel destino: una morte violenta quella dell' avvocato ed ex questore Arrigo Molinari, 73 anni, accoltellato nel suo appartamento in un ex complesso turistico di Andora, sulla riviera del ponente ligure.
Prima di morire Molinari ha lottato: a testimoniarlo anche l' impronta di una mano insanguinata su una delle pareti della sua camera da letto, forse nel tentativo di sottrarre il coltello al suo assalitore che lo ha ucciso con almeno due fendenti al collo e all' addome.
Un aiuto cuoco originario di Toirano (Savona), Luigi Verri, di 42 anni, in serata è stato sottoposto a fermo di pg per omicidio volontario su ordine del procuratore della repubblica di Savona Vincenzo Scolastico, che non esclude la partecipazione di altri complici. Ricercato per essere interrogato, nel pomeriggio si è costituito alla polizia autodenunciandosi per un tentativo di furto. Verri ha ammesso di essersi introdotto nell' appartamento spaccando il vetro di una porta-finestra con un cric, di aver camminato fino alla stanza di Molinari sporcandosi le scarpe del sangue del morto, di essersi ferito ad una mano e di aver lasciato le sue tracce lungo la via di fuga.
Verri, ascoltato dal procuratore Scolastico che con il sostituto procuratore Maria Chiara Paolucci coordina le indagini della compagnia carabinieri e del commissariato di polizia di Alassio, ha però negato di aver ucciso l' ex questore.
Un sospettabile, Verri che su consiglio di un avvocato di Savona, Fabrizio Vincenzi ha scelto di raccontare come al suo arrivo, tra le 23.30 e la mezzanotte nel complesso turistico Ariston, già di proprietà della moglie della vittima ed ora passato in eredità ai figli Carlo e Linda ed in attesa di essere trasformato in appartamenti, il dirigente di polizia in pensione fosse già morto.
Secondo il procuratore Scolastico, Verri avrebbe avuto in passato «contatti tesi» con Arrigo Molinari. Contrasti che avrebbero potuto indurre l'aiuto cuoco, che aveva alloggiato circa un anno fa in uno dei bungalow dell' hotel residence Ariston, a compiere un furto nell' appartamento dell' ex questore. Ma il colpo avrebbe preso una piega inattesa: forse Molinari ha riconosciuto Verri o un suo complice e ciò ha fatto scattare la furia omicida.
L' ultimo a vedere Molinari vivo alle 22.30 è stato il figlio Carlo che in questi giorni, dopo due furti subiti dal padre nelle ultime due settimane ha scelto di andare a dormire nell' appartamento al piano superiore, nella stessa palazzina. Ma la sua presenza non è stata sufficiente a difendere il padre. Carlo non ha sentito niente di quanto stava avvenendo. Stamani, allarmato dalla segretaria Marzia che non vedeva scendere l' anziano avvocato come uso fare, intorno alle 9, è stato lui a trovare il cadavere del padre.
«Ritengo che si sia trattato di un tentativo di rapina, visto i due precedenti furti in cui era stati rubati soldi ed assegni. Escluderei che l' omicidio sia legato all' attività di mio padre, così Carlo Molinari ha parlato con i giornalisti nel pomeriggio commentando quanto è avvenuto. Nella stessa direzione l' ipotesi degli inquirenti: sin dalla mattinata infatti il procuratore Scolastico ha parlato di «fatto occasionale», lasciando intendere di pensare che si trattasse di un tentativo di rapina.
Intanto nel complesso turistico sono stati all' opera sino a sera gli esperti del Ris dei carabinieri di Parma, per raccogliere tutti quegli elementi, tra questi anche un paio di guanti sporchi di sangue, che nei prossimi giorni potrebbero cominciare a dare delle prove su questo omicidio. Non pare trovare molto credito, tra gli inquirenti, la pista di un delitto legato all'attività forense di Arrigo Molinari, che negli ultimi tempi si era focalizzata contro gli interessi, a suo dire usurari, fatti pagare da alcune banche.
Patrizia Antonini
Prima di morire Molinari ha lottato: a testimoniarlo anche l' impronta di una mano insanguinata su una delle pareti della sua camera da letto, forse nel tentativo di sottrarre il coltello al suo assalitore che lo ha ucciso con almeno due fendenti al collo e all' addome.
Un aiuto cuoco originario di Toirano (Savona), Luigi Verri, di 42 anni, in serata è stato sottoposto a fermo di pg per omicidio volontario su ordine del procuratore della repubblica di Savona Vincenzo Scolastico, che non esclude la partecipazione di altri complici. Ricercato per essere interrogato, nel pomeriggio si è costituito alla polizia autodenunciandosi per un tentativo di furto. Verri ha ammesso di essersi introdotto nell' appartamento spaccando il vetro di una porta-finestra con un cric, di aver camminato fino alla stanza di Molinari sporcandosi le scarpe del sangue del morto, di essersi ferito ad una mano e di aver lasciato le sue tracce lungo la via di fuga.
Verri, ascoltato dal procuratore Scolastico che con il sostituto procuratore Maria Chiara Paolucci coordina le indagini della compagnia carabinieri e del commissariato di polizia di Alassio, ha però negato di aver ucciso l' ex questore.
Un sospettabile, Verri che su consiglio di un avvocato di Savona, Fabrizio Vincenzi ha scelto di raccontare come al suo arrivo, tra le 23.30 e la mezzanotte nel complesso turistico Ariston, già di proprietà della moglie della vittima ed ora passato in eredità ai figli Carlo e Linda ed in attesa di essere trasformato in appartamenti, il dirigente di polizia in pensione fosse già morto.
Secondo il procuratore Scolastico, Verri avrebbe avuto in passato «contatti tesi» con Arrigo Molinari. Contrasti che avrebbero potuto indurre l'aiuto cuoco, che aveva alloggiato circa un anno fa in uno dei bungalow dell' hotel residence Ariston, a compiere un furto nell' appartamento dell' ex questore. Ma il colpo avrebbe preso una piega inattesa: forse Molinari ha riconosciuto Verri o un suo complice e ciò ha fatto scattare la furia omicida.
L' ultimo a vedere Molinari vivo alle 22.30 è stato il figlio Carlo che in questi giorni, dopo due furti subiti dal padre nelle ultime due settimane ha scelto di andare a dormire nell' appartamento al piano superiore, nella stessa palazzina. Ma la sua presenza non è stata sufficiente a difendere il padre. Carlo non ha sentito niente di quanto stava avvenendo. Stamani, allarmato dalla segretaria Marzia che non vedeva scendere l' anziano avvocato come uso fare, intorno alle 9, è stato lui a trovare il cadavere del padre.
«Ritengo che si sia trattato di un tentativo di rapina, visto i due precedenti furti in cui era stati rubati soldi ed assegni. Escluderei che l' omicidio sia legato all' attività di mio padre, così Carlo Molinari ha parlato con i giornalisti nel pomeriggio commentando quanto è avvenuto. Nella stessa direzione l' ipotesi degli inquirenti: sin dalla mattinata infatti il procuratore Scolastico ha parlato di «fatto occasionale», lasciando intendere di pensare che si trattasse di un tentativo di rapina.
Intanto nel complesso turistico sono stati all' opera sino a sera gli esperti del Ris dei carabinieri di Parma, per raccogliere tutti quegli elementi, tra questi anche un paio di guanti sporchi di sangue, che nei prossimi giorni potrebbero cominciare a dare delle prove su questo omicidio. Non pare trovare molto credito, tra gli inquirenti, la pista di un delitto legato all'attività forense di Arrigo Molinari, che negli ultimi tempi si era focalizzata contro gli interessi, a suo dire usurari, fatti pagare da alcune banche.
Patrizia Antonini