Sabato 06 Settembre 2025 | 23:31

Comunali, l’affluenza test per i referendum di giugno

 
Yasmin Inangiray

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Yasmin Inangiray

referendum costituzionale

In due milioni nei seggi, la sfida clou è quella di Genova

Lunedì 26 Maggio 2025, 06:00

ROMA - Affluenza in calo di quasi tre punti al primo turno delle elezioni amministrative. L’asticella alle ore 19 si ferma al 33,4% rispetto ai dati (sempre riferiti allo stesso orario) dell’ultima tornata elettorale, quando erano andati a votare il 36,2% degli aventi diritto. I seggi si chiuderanno alle 15 di lunedì per 126 Comuni chiamati al rinnovo delle giunte. 117 sono quelli delle Regioni a statuto ordinario di cui 31 sopra i 15 mila abitanti e fra questi 4 capoluoghi: Genova, Ravenna, Taranto e Matera. A questi si aggiungo i 9 comuni (tutti commissariati) chiamati al voto in Sicilia. I ballottaggi si terranno l’8-9 giugno, in concomitanza con il voto sui cinque referendum abrogativi sul lavoro e la cittadinanza.

E proprio in vista dell’appuntamento referendario di giugno che l’affluenza al primo turno delle amministrative viene seguita con particolare attenzione dal comitato promotore dei referendum: «Penso che se si raggiungesse il quorum vinceranno i sì», è la previsione del segretario della Cgil, Maurizio Landini, in prima fila a sostegno della campagna referendaria.

La tornata amministrativa però in alcuni casi rappresenta anche una sorta di test per le coalizioni in vista delle elezioni regionali dell’autunno. Un esempio è sicuramente la sfida per la conquista del comune di Genova (nel 2022 votò in una sola giornata). A contendersi la fascia di primo cittadino sono Silvia Salis, sostenuta dal cosiddetto campo progressista in formazione extralarge (Pd, M5s, Avs, Azione ed Iv) ed il vicesindaco uscente Piero Piciocchi, appoggiato dal centrodestra.

Nelle altre grandi città chiamate alle urne la sfida per la poltrona di primo cittadino è molto più numerosa con le coalizioni tradizionali che in diversi casi corrono separatamente. E’ il caso di Taranto dove il campo largo si presenta diviso (Pd e Avs insieme a sostegno di Piero Bittetti) mentre il Movimento Cinque Stelle corre da solo appoggiando Angela Angolano, l’unica donna in campo. Nella città pugliese però si presenta diviso anche il centrodestra: Forza Italia e Fratelli d’Italia fanno il tifo per Luca Lazzaro mentre la Lega corre senza simbolo sostenendo il civico Francesco Tacente.

Pd, Avs ed M5s si dividono anche in Basilicata. A Matera il partito di Conte sostiene il sindaco uscente Domenico Bennardi mentre il sostegno di Dem e Avs è per Vincenzo Santochirico. Il centrodestra invece si presenta unito per Antonio Nicoletti.

Urne aperte anche a Ravenna, storica roccaforte rossa dove il centrodestra non si è mai affermato nella storia repubblicana. La città è chiamata al voto dopo l’elezione del sindaco, Michele De Pascale, a governatore dell’Emilia Romagna. A contendersi la guida della città sono 7 sfidanti. Il campo progressista si presenta in formato extralarge per sostenere Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd. Mentre il centrodestra si spacca. La Lega sostiene Alvaro Ancisi, ribattezzato il decano dei candidati sindaci: classe 1940, in consiglio comunale dal 1966. Forza Italia e meloniani invece appoggiano Nicola Grandi, ex consigliere comunale della lista civica Viva Ravenna.

Nella città romagnola torna sulla scheda anche il simbolo della Dc, unico partito a sostenere la corsa di Giovanni Morgese. Spazio anche alla cosiddetta sinistra extraparlamentare: Prc, Potere al Popolo e Partito Comunista Italiano sostengono l’unica donna in campo, Marisa Iannucci. [Ansa]

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