Il caso
Traffico influenze illecite, l'ex sindaco di Roma Alemanno resta in carcere dopo la revoca dei servizi sociali
Doveva svolgere attività nella struttura Solidarietà e Speranza, ma ha ammesso le reiterate violazioni. «Complici» anche la segretaria, la sorella e diversi legali
BARI - Resta in carcere l'ex ministro e sindaco di Roma, il barese Gianni Alemanno, arrestato la notte del 31 dicembre scorso dopo la revoca dei servizi sociali. L'ex sindaco, che doveva svolgere attività presso la struttura 'Solidarietà e Speranza' è accusato di una «gravissima e reiterata violazione delle prescrizioni imposte». Lo ha deciso il tribunale della Sorveglianza: Alemanno deve scontare una pena a 1 anno e 10 mesi per l'accusa di traffico di influenze illecite.
La decisione dei giudici non riconosce i quattro mesi svolti ai servizi sociali tra il novembre del 2023 e il febbraio del 2024. La condanna era arrivata nell'ambito di uno dei filoni nati dalla maxi indagine Mondo di Mezzo. I giudici di Sorveglianza erano chiamati a valutare la conferma della detenzione in carcere o il ritorno ai servizi sociali. Nel corso dell'udienza del 24 gennaio scorso l'ex sindaco aveva ammesso di «avere sbagliato e di averlo fatto perché innamorato della politica». I difensori valutano un ricorso in Cassazione per impugnare la decisione.
«SI È PRESO GIOCO DEGLI UFFICI GIUDIZIARI»
«I fatti costituiscono manifestazione di mancato recepimento dell'offerta rieducativa e denotano l'incapacità del soggetto di adeguarsi alle regole ordinamentali ripetutamente violate con pervicacia, dimostrando inettitudine ad autodeterminarsi in senso positivo». È quanto scrivono i giudici nel provvedimento, parlando di «sostanziale fallimento del beneficio» dei servizi sociali all'ex sindaco. Dalla breve dichiarazione resa all'udienza da Alemanno risulta una sostanziale ammissione 'di quanto accaduto', ossia delle condotte in ragione delle quali la misura è stata sospesa. Nell'atto si parla di «sistematica, artata costituzione di documenti giustificativi degli spostamenti sul territorio nazionale oggetto di richieste autorizzatorie, predisposta dall'affidato sin da febbraio 2024, a ridosso dell'avvio della misura alternativa, anche con la complicità di più soggetti compiacenti (la segretaria, diversi legali, un consigliere comunale brindisino, Cesare Mevoli - responsabile cittadino FdI, la sorella, ecc.), è rappresentativa di una condotta a dir poco irresponsabile» con la quale «Alemanno si è preso gioco degli Uffici che presidiano la misura alternativa alla detenzione intramuraria, con ciò tradendo il senso e lo spirito dell'esecuzione penale esterna, concepita in sintonia con il principio costituzionale secondo il quale la pena deve tendere alla rieducazione, principio che non è stato minimamente recepito dal condannato».