Guerra tra clan, a Napoli arrestati in 13
NAPOLI - Tredici ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dalla Procura della Repubblica di Napoli nei confronti di altrettante persone accusate di associazione di stampo camorrista, traffico e spaccio di stupefacenti e omicidio pluriaggravato.
Secondo quanto si è appreso, gli arrestati sono legati al gruppo camorristico nato dalla scissione del clan Mariano, operante negli anni '90 nei quartieri spagnoli di Napoli, culminata nel 1991 con la strage del «venerdì santo», i cui capi erano Antonio Ranieri (ucciso nell'ottobre del 1999) e Salvatore Cardillo.
Gli arrestati sono Francesco Nolo di 47 anni, di Napoli, Maurizio Di Napoli (35), Annunziata Pino (39), Giuseppe Marziale (31), Raffaele Riccio (22), Arturo Onufrio (58), Anna Maria Isaldi (40), Maria Braco (32), Salvatore Cardillo (46), Gennaro Solla (48) tutti di Napoli e Alfredo Sperandeo di 42 anni e Ciro Paduano di 50 di Torre Annunziata. Contemporaneamente all' esecuzione delle misure cautelari in carcere sono state effettuate oltre dieci perquisizioni domiciliari nei confronti di persone indagate e risultate collegate al gruppo camorristico in questione.
Le indagini sono state avviate dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che aveva parlato di una riorganizzazione del gruppo criminale facente capo a Ranieri per il controllo del quartiere, che ha comportato - secondo la Procura di Napoli - un contraccolpi sugli equilibri che nel frattempo si erano determinati nel territorio, che risentiva anche dello scontro avvenuto all' interno del clan operante a Secondigliano (Licciardi-Lo Russo-Sabatino).
La lotta per il predominio dei Quartieri spagnoli, da parte del gruppo capeggiato da Ranieri e Cardillo è sfociata in una serie di omicidi nell' area confinante con la Sanità dove, nel frattempo si era rifugiato Sabatino. Il 27 ottobre 1999 viene assassinato Antonio Ranieri, il 10 giugno 2000 Giuseppe Di Tommaso, il 23 giugno 2000 viene ucciso Bruno Guidone e il 20 giugno 2002 viene ucciso Luigi Cantaleno, tutti esponenti del gruppo che si stava ricostituendo.
Le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni telefoniche e attività di indagine hanno permesso di ricostruire la dinamica, i mandanti e gli esecutori di alcuni omicidi rimasti insoluti e di scoprire attività di spaccio di stupefacenti di un certo rilievo.
Secondo la Procura, la pericolosità del gruppo si è evidenziata non solo in riferimento ad un omicidio commesso a Torre Annunziata su decisione del clan Gionta con la collaborazione del gruppo Ranieri-Cardillo, ma anche con riferimento al traffico di stupefacenti in cui sono emersi collegamento dello stesso gruppo con clan operanti a Torre Annunziata.
Secondo quanto si è appreso, gli arrestati sono legati al gruppo camorristico nato dalla scissione del clan Mariano, operante negli anni '90 nei quartieri spagnoli di Napoli, culminata nel 1991 con la strage del «venerdì santo», i cui capi erano Antonio Ranieri (ucciso nell'ottobre del 1999) e Salvatore Cardillo.
Gli arrestati sono Francesco Nolo di 47 anni, di Napoli, Maurizio Di Napoli (35), Annunziata Pino (39), Giuseppe Marziale (31), Raffaele Riccio (22), Arturo Onufrio (58), Anna Maria Isaldi (40), Maria Braco (32), Salvatore Cardillo (46), Gennaro Solla (48) tutti di Napoli e Alfredo Sperandeo di 42 anni e Ciro Paduano di 50 di Torre Annunziata. Contemporaneamente all' esecuzione delle misure cautelari in carcere sono state effettuate oltre dieci perquisizioni domiciliari nei confronti di persone indagate e risultate collegate al gruppo camorristico in questione.
Le indagini sono state avviate dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che aveva parlato di una riorganizzazione del gruppo criminale facente capo a Ranieri per il controllo del quartiere, che ha comportato - secondo la Procura di Napoli - un contraccolpi sugli equilibri che nel frattempo si erano determinati nel territorio, che risentiva anche dello scontro avvenuto all' interno del clan operante a Secondigliano (Licciardi-Lo Russo-Sabatino).
La lotta per il predominio dei Quartieri spagnoli, da parte del gruppo capeggiato da Ranieri e Cardillo è sfociata in una serie di omicidi nell' area confinante con la Sanità dove, nel frattempo si era rifugiato Sabatino. Il 27 ottobre 1999 viene assassinato Antonio Ranieri, il 10 giugno 2000 Giuseppe Di Tommaso, il 23 giugno 2000 viene ucciso Bruno Guidone e il 20 giugno 2002 viene ucciso Luigi Cantaleno, tutti esponenti del gruppo che si stava ricostituendo.
Le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni telefoniche e attività di indagine hanno permesso di ricostruire la dinamica, i mandanti e gli esecutori di alcuni omicidi rimasti insoluti e di scoprire attività di spaccio di stupefacenti di un certo rilievo.
Secondo la Procura, la pericolosità del gruppo si è evidenziata non solo in riferimento ad un omicidio commesso a Torre Annunziata su decisione del clan Gionta con la collaborazione del gruppo Ranieri-Cardillo, ma anche con riferimento al traffico di stupefacenti in cui sono emersi collegamento dello stesso gruppo con clan operanti a Torre Annunziata.