Verso il voto

Urne aperte per l’Europa e 114 comuni in Puglia e Basilicata, ma con l’effetto mare c’è rischio astensione. A Bari 200 presidenti di seggio rinunciano

Bari, Lecce e Potenza gli unici capoluoghi. L'elenco dei comuni sopra i 15mila abitanti, per cui è previsto l'eventuale ballottaggio il 23 e 24 giugno

Saranno 62 i comuni pugliesi e 52 quelli lucani chiamati al voto oggi 8 giugno a partire dalle 15 (e domani, domenica 9 giugno, dalle 7 alle 23) per il rinnovo dei consigli comunali e per la scelta dei sindaci. Bari, Lecce e Potenza gli unici capoluoghi. Sopra i 15mila abitanti ci sono Gioia del Colle, Putignano, Rutigliano e Santeramo in Colle (Bari); Mesagne (Brindisi); Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Severo e Torremaggiore (Foggia); e Copertino (Lecce), tutti in Puglia.

E c'è «paura» per il rischio astensionismo, date le belle temperature e il primo vero caldo di stagione in Puglia. Si vota di sabato e domenica, e i primi sondaggi prevedono ci possa essere una soglia di percentuale di voto sotto il 50%, complice il sole e la corsa alle spiagge, piuttosto tardiva quest'anno nella regione a causa delle piogge di maggio. Anche il fatto che oggi, sabato 8 giugno, i seggi aprano alle 15 potrebbe essere un indicatore negativo, poiché molti potrebbero già essere partiti per un weekend fuori porta e non rientrare prima di domani sera sul tardi. Le temperature previste nelle prossime ore sono afose, anche se non mancheranno le nuvole.

IN PUGLIA 62 COMUNI AL VOTO CON DUE CAPOLUOGHI

In Puglia sono 847.661 gli elettori che voteranno per il rinnovo dei consigli comunali e per la scelta dei nuovi sindaci in 62 comuni, e le sfide varcano i confini locali. Bari e Lecce sono gli unici capoluoghi. Sopra i 15mila abitanti ci sono Gioia del Colle, Putignano, Rutigliano e Santeramo in Colle (Bari); Mesagne (Brindisi); Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Severo e Torremaggiore (Foggia); e infine Copertino (Lecce). A Bari il centrosinistra è diviso mentre il centrodestra si presenta unito. A Lecce la sfida è ad armi pari con entrambi gli schieramenti compatti intorno ai due principali candidati. In Puglia il centrodestra non vince da 20 anni né al Comune di Bari né in Regione e spera di approfittare della frattura a sinistra per conquistare la vittoria, a cominciare dal consiglio comunale del capoluogo guidato per dieci anni dall'attuale governatore pugliese Michele Emiliano e poi dal sindaco uscente Antonio Decaro. Magari approfittando delle spaccature nel centrosinsitra che a Bari si presenterà frammentato al giudizio dei cittadini. Da una parte, infatti, c'è l'avvocato penalista Michele Laforgia, sostenuto anche dal M5s, da Sinistra italiana e alcune liste in cui ci sono ex Pd. Dall'altra c'è l'ex capo di gabinetto di Decaro: si tratta di Vito Leccese, sostenuto dal Pd e altre sei liste. Nel centrodestra, invece, i partiti si sono uniti per sostenere la candidatura del 36enne ex consigliere regionale e comunale leghista Fabio Romito (ma la Lega non presenta il suo simbolo).

La sfida nel capoluogo pugliese è caratterizzata dalle ripercussioni delle inchieste giudiziarie che hanno travolto il centrosinistra negli ultimi mesi, tra cui gli arresti per voto di scambio politico-mafioso alle elezioni comunali del 2019, che hanno portato all'invio a Bari di una commissione ministeriale che potrebbe sciogliere il consiglio comunale anche dopo il rinnovo dell'amministrazione. Sono state proprio le inchieste a spingere il leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte, a non fare le primarie per la scelta del candidato unitario del centrosinistra e a sostenere Laforgia. Nelle utlime battute della campagna elettorale c'è ancora lo strascico delle polemiche tra i due schieramenti con una parte del centrosinsitra che accusa il centrodestra di aver strumentalizzato la magistratura. E una parte del centrodestra che sostiene, come ha detto il senatore Gasparri (FI), che "Decaro ed Emiliano meriterebbero un'attenzione più approfondita da parte della magistratura". In corsa per la poltrona di sindaco di Bari ci cono anche Sabino Mangano, ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle dal 2014 al 2019 che guida la lista Oltre; e Nicola Sciacovelli, consigliere comunale per dieci anni che corre con due liste civiche.

A Lecce la campagna elettorale ha toni più pacati. Il centrodestra unito sostiene Adriana Poli Bortone, in passato sindaca del capoluogo salentino, parlamentare, europarlamentare e ministra. Il centrosinistra nel capoluogo salentino ha trovato la quadra con le primarie attorno all'uscente Carlo Salvemini, sostenuto sia dal Pd sia dal M5s. I pentastellati, di fatto, nel consiglio comunale di Lecce siedono tra i banchi dell'opposizione ma, da quando hanno deciso di abbracciare il campo largo, votano in favore dei provvedimenti della maggioranza. Aspirano alla carica di primo cittadino di Lecce anche Alberto Siculella, supportato da due liste civiche, e Agostino Ciucci con il sostegno di una civica.

A BARI 200 PRESIDENTI DI SEGGIO SU 346 HANNO RINUNCIATO ALL'INCARICO

La gran parte dei presidenti di seggio nominati dalla Corte di Appello per la imminente tornata elettorale a Bari, che riguarda sia le Comunali che le Europee, ha rinunciato all’incarico. In città sono state allestite 345 sezioni più una speciale in via Fornari a Modugno (in cui votano solo per le Europee i fuori sede che si sono registrati) e in 200 hanno preferito rinunciare.
Gli uffici comunali hanno completato le sostituzioni. La percentuale elevata di rinunce è strutturale con picchi più elevati per le Amministrative, le Politiche e le Regionali. Tra le cause c'è anche la retribuzione, ritenuta bassa, che per i presidenti di seggio è pari a 246,50 euro mentre per segretari e scrutatori ammonta a 188 euro. Se a mancare sono invece gli scrutatori, è il presidente di seggio che provvede alla nomina che può fermarsi anche a tre, numero inferiore rispetto a quello standard pari a quattro unità.

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